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domenica 18 giugno 2017

E io ve lo racconto lo stesso.

Il mio tour in Austria e Tirolo, meteorologicamente parlando, ha vissuto alterne fortune, corrispondenti sempre all'opposto delle previsioni, al punto che ho dubitato che i satelliti utilizzati dai vari servizi di previsione del tempo fossero ancora al loro posto. Di fatto, durante i due giorni in cui erano previsti questi passi, più gli spostamenti da Strassen, in Austria, a Lecco, ho visto pioggia, grandine, neve e tempesta. Ho così dovuto saltare il Gavia (causa neve) e l'Aprica (causa orchite).

Dell'esperienza fatta, sott'acqua, mi sono rimaste, comunque, molte sensazioni positive e la voglia di tornare a ripercorrere un paio di quelle strade, magari al sole, e la curiosità di provarne una che ho saltato: il Passo di Gavia.

L'itinerario parte e finisce in Italia e prevede uno sconfinamento in Austria, anche su strade soggette a pedaggio ma niente paura, non siamo in Italia: con 5,10 euro acquistate la vignetta che vi permette di scorrazzare per 10 giorni con la vostra moto su tutte le strade dell'Österreich.

Partenza da Vipiteno (BZ) e arrivo a Ponte di Legno (BS) e tante belle strade nel mezzo.
Luogo
Coordinate
VipitenoN46.888822 E11.430643
Passo di Monte GiovoN46.839710 E11.321434
Passo del RomboN46.905270 E11.096663
FinstermünzN46.913479 E10.493193
Passo di ResiaN46.847777 E10.505437
Passo dello StelvioN46.528643 E10.453109
Passo di GaviaN46.343479 E10.487289
Ponte di LegnoN46.261351 E10.511871

La prima strada che affrontiamo è un passo che, visti gli altri in sua compagnia di questo giro, sembra di riscaldamento ma è degno di tutto il rispetto: 2.100 mt e un percorso tra i boschi che mantiene alta l'attenzione per tutto il tempo: il Passo di Monte Giovo.

Durante il mio giro, dopo pochi chilometri una pioggerella fine ha battezzato una giornata fatta d'acqua e grandine ma, da quello che ho visto, il percorso è piacevolissimo sia a salire, da Vipiteno, sia a scendere verso San Leonardo e la folta vegetazione garantisce un viaggio fresco anche sotto il solleone.

Foto dal sito dell'hotel
Da queste parti siamo in Italia ma si parla orgogliosamente il tedesco. Così il rifugio che c'è sul piazzale in cima al passo reca la scritta Zimmer Restaurant Jaufenhaus. Se vi rivolgete in italiano il personale vi guarderà un po' come se foste dei piccoli, inutili e fastidiosi italiani e vi risponderà con un italiano ostentatamente stentato ma con il tono di chi si sta sforzando di spiegarvi che non potete capire.
La grandine non mi ha dato modo di apprezzarli ma, a detta anche degli altri motociclisti che ho incontrato sotto la tettoia e dentro al bar del rifugio, i panorami devono essere fantastici. Il fatto che la strada sia ricchissima di curve e tornanti ben arrotondati, invece, l'ho visto da me.

Ridiscesi 1.500 mt in 19 km, a San Leonardo in Passiria seguiamo le indicazioni per il Passo del Rombo, che, da queste parti, si chiama Timmelsjoch. Ci porterà in Austria e, così come il Grossglockner, è una strada a pagamento: 14,00 Euro che, paragonati ai 25,50 del Grossglockner, non sono niente.

Una piccola parte del Rombo... quando fa bello
Forse si era già capito dal mio post precedente ma questo passo mi è piaciuto molto di più del Grossglockner. È più selvaggio e difficoltoso e le mie vertigini sono state messe a dura prova!
Quasi una quarantina di tornanti tutti impegnativi, molti senza protezioni su vuoti impressionanti e viste mozzafiato (e io l'ho fatto sotto la pioggia e con scarsa visibilità!).

Sul lato italiano, i primi tornanti, stretti e veramente ardui, non devono spaventare più di tanto: il resto del percorso, pur non essendo mai da sottovalutare, è meno difficoltoso.

Le viste sono mozzafiato e, a parte i soliti spericolati, anche gli altri motociclisti si muovono con calma, non si sa se per prudenza o per godere della vista.
Il percorso è disseminato di punti di osservazione dall'architettura molto particolare, sempre molto ben integrati nel paesaggio, quasi ad annunciare l'avveniristica costruzione che troveremo più avanti, vicino al casello, già ampiamente in territorio austriaco, dov'è ospitato il Museo della Moto (e dei motori in genere), una struttura costruita appositamente e inaugurata nel 2016. Dai suoi 2.175 metri è il più alto museo della moto d'Europa. L'ingresso costa 10,00 Euro.
Oltre 230 moto classiche presentate in 3.000 mq: un'ottima occasione per far brillare gli occhi approfondendo la propria cultura dei motori.
Poco dopo il casello il percorso del Passo del Rombo finisce e io concluderei riportando alcune informazioni:
  • testimonianze archeologiche dimostrano che il passaggio era già noto almeno nel 300 a.c.;
  • la difficoltà del lato italiano fa sì che l'accesso sia proibito a mezzi di grandi dimensioni (autobus e camion oltre i 10 mt.);
  • l'esposizione a eventi meteorologici anche violenti consiglia di informarsi, prima di partire, circa le previsioni meteo (dopo questa esperienza aggiungerei "... per quel che può servire!").

Da dove finisce il Rombo, Obergurgl, iniziamo un tratto di trasferimento che ci prenderà circa un'ora, per circumnavigare il Wildspitze, la seconda montagna più alta dell'intera Austria dopo il Grossglockner.

Un centinaio di chilometri salendo verso nord attraverso la valle Ötztal (quella di Otzi, la Mummia del Similaun) e ridiscendendo verso sud sulla Reschenstrasse, la strada per Resia.
Prima di giungere al Passo di Resia attraversiamo, quasi senza accorgercene, la cresta del Finstermünz, scartando a sinistra verso la località di Finstermünz, appunto, per evitare di finire in Svizzera. Quasi tutti i 100 km che ci portano qui sono composti da tratti di strada la cui guida è molto rilassante: pochi paesi, nessun tornante, tante belle curve veloci su un fondo quasi sempre da biliardo.

Il Passo Resia, che ci riporta in Italia, offre una guida veloce (nei limiti!) e divertente, con ampi curvoni (e qualche rettilineo di troppo). La vista del campanile del villaggio sommerso nel lago artificiale, incorniciato da un magnifico panorama della valle, da solo ripaga ampiamente dei 100 km appena fatti per giungere fino a qui.

Ma qui, noi, non ci siamo venuti solo per questa strana quanto incantevole vista. Noi siamo passati da qui perché ci aspetta il passo più alto d'Italia, il secondo d'Europa: il Passo dello Stelvio.

Arrivando da nord mi sono stupito quando ho letto il cartello 48° Kehre tornant, ma quando sono arrivato al cartello 1° Kehre il mio stupore si era, già da un po', trasformato in incredulità: tutti i tornanti sono simili, strettissimi e intervallati da rettilinei più o meno lunghi. Fino alla cima, praticamente, è come se non ci fossero curve, non ci sono vie di mezzo: tornante, rettilineo, tornante, rettilineo... in uno slalom che pare non finire mai ma che permette di salire di  1.230 mt in soli 5 km in linea d'aria (che sono la differenza d'altitudine e la distanza che separano il tornante 48 dal passo) in 16,7 km, quindi con una pendenza media di poco superiore al 7%.
Io, essendo partito da più lontano, mi sono fermato a dormire nell'ultimo hotel prima del passo, che si trova in corrispondenza del 22° tornante, il Berghotel Franzenshöhe. Il luogo è senza dubbio magnifico e l'hotel, costruito nel XIX secolo, abbastanza ben tenuto; se ci si trova a doversi fermare è un buon posto ma, diversamente, non mi sento di consigliarlo come tappa pianificata: non c'è riparo per le moto, le camere necessiterebbero di qualche restauro e le porzioni al ristorante non sono proprio... generose.

Dopo aver pernottato, nonostante le previsioni sono ripartito sotto la neve. Purtroppo il meteo, così inclemente, ha rovinato anche il passaggio sullo Stelvio: la neve in terra e dal cielo, insieme al freddo e all'umidità che si accanivano ad appannarmi gli occhiali, hanno reso difficile e impegnativa la guida e non mi hanno permesso di apprezzare i panorami.
La discesa, verso Bormio, con la diminuzione della neve e l'aumento delle temperature, si è fatta man mano più semplice e gradevole.
Mi resta il ricordo di una strada incredibilmente impegnativa e interessante, lunga e faticosa ma che sa ripagare con viste e sensazioni che ho trovato in pochi altri posti, tra cui, poche ore prima, sul Passo del Rombo.


Giunti a Bormio non si può non vedere il cartello marrone che indica, a sinistra, il Passo di Gavia. Dopo essere sceso dallo Stelvio innevato e considerato che il Gavia è solo 100 mt più basso, ho deciso di tirare diritto e tornare mestamente a casa, promettendomi però di tornare, per assaporare, nuovamente e meglio, queste strade e per godere finalmente quei panorami che questa volta non sono riuscito a vedere.
Intanto, non fosse altro che per far dispetto al meteo, tutto ciò che ho visto e tutto ciò che ho immaginato ve l'ho raccontato lo stesso.


Passo di Monte Giovo
da Vipiteno fino a dove ho potuto filmare



Passo di Resia
Dal lago a Malles Venosta

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