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giovedì 27 luglio 2017

Ma siamo proprio sicuri? (o ce stanno a piglià pe' o culo?)

Corriere della Sera:
Moto, tariffe ridotte del 30% in autostrada

Il Giornale:
Moto, dal primo agosto pedaggio ridotto del 30%

Federazione Motociclistica Italiana:
Vittoria! Le moto in Autostrada pagheranno meno

Moto on the Road:
 -33% di pedaggio autostradale per le motociclette

True Riders:
Pedaggio autostradale moto, sì alla riduzione delle tariffe


Eh sì, dal primo agosto viaggiare in autostrada, con la propria moto, costerà meno, le tariffe sono state riviste al ribasso, così risparmieremo!

Ma siamo proprio sicuri?

Molte testate hanno riportato la notizia e, curiosamente, tutte allo stesso modo, quasi con le stesse parole. Peccato che sia una menzogna.

Innanzi tutto le tariffe non sono affatto cambiate né cambieranno. Se prendo il biglietto dell'autostrada con la moto, e lo presento all'uscita, il conto continuerà ad essere lo stesso di prima, quello applicato anche alle auto e, detto tra noi, stratosferico anche per le auto. Quindi le tariffe non sono cambiate.

Se vuoi spendere meno, nessuno sa se il 30% o un terzo, sembrano numeri tirati a casaccio, se vuoi spendere meno, dicevo, devi avere il Telepass.

- Figo! Io ce ho già, quindi inizierò a risparmiare!

No. Quello che hai, che fino a ieri hai utilizzato per la macchina e per la moto, continuerà a funzionare come prima, quindi applicando la tariffa per le auto anche se transiti con la moto.

- Allora?

Semplice: devi farne un altro.

- Ah beh, che cosa ci vuole, lo faccio subito e inizio a risparmiare.

Ecco, così va meglio, però c'è un problema: il telepass, l'apparecchietto che se gli aggrada fa bip e fa magicamente alzare la sbarra, non è gratuito, anzi, per averlo devi sborsare almeno 15 Euro all'anno.

Chiamiamo, quindi, le cose con il loro nome: questa è una promozione per vendere nuovi Telepass ai motociclisti, la maggior parte dei quali ne ha già uno.

- È una promozione, quindi conviene!

Vediamo: considerato che chi viaggia in moto prende raramente l'autostrada, va da sé che per molti di noi, per tutti coloro che non spendono almeno 50 Euro all'anno di autostrada, sarà conveniente continuare a pagare la tariffa piena; per la stragrande maggioranza degli altri, questa decantata riduzione si concretizzerà in un risparmio effettivo di pochi euro all'anno.

Allora perché tutto questo rumore? Perché dare la (non) notizia con tanto entusiasmo?

Come ho scritto sopra, quasi tutti hanno usato le stesse parole per dare la notizia, in un copia-incolla generale dal comunicato stampa emesso da... mah non si sa, però qualche sospetto ce l'ho.

A parte Il Giornale, che per ovvi motivi si limita a riportare che la richiesta all'Aiscat è partita dal Ministero dei Trasporti, tutti gli altri assegnano la paternità dell'iniziativa alle seguenti persone:

- Ministro dei Trasporti Graziano Delrio Partito Democratico
- ex Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi Alternativa Popolare
- viceministro dei Trasporti Riccardo Nencini Gruppo per le autonomie
- sottosegretario ai Trasporti Umberto Del Basso De Caro Partito Democratico
- Presidente del gruppo interparlamentare Amici delle due ruote Vincenzo Garofalo deputato Alternativa Popolare
- Presidente dell’Authority indipendente per la regolamentazione dei Trasporti Andrea Camanzi nominato da questo governo

Tutti facenti parte o comunque molto vicini a questo governo.

Benvenuti in campagna elettorale!



domenica 9 luglio 2017

L'abbiamo fatto insieme

Non sono un biker da sterrato. Potrei esserlo ma mi mancano solo tre cose: la moto, le gomme e la capacità. Il resto c'è tutto.
Eppure ieri, da Upega a Limone, sulla Via del Sale, ho passato una bellissima giornata in moto sullo sterrato.

In moto ho sempre preferito la libertà che solo la solitudine ti può dare. Eppure ieri ho passato una bellissima giornata in moto con altre undici persone.

Avevo già percorso la Via del Sale alla fine di agosto di un paio d'anni fa in solitaria, da Limone a Monesi. Ero rimasto così affascinato dai panorami, dalla natura incontaminata, dagli ambienti quasi lunari che avevo incontrato tra il Colle della Boaria e il Rifugio Don Barbera che avevo promesso a Roz di portarcela, ma dentro di me mi ero anche ripromesso che non avrei mai più affrontato sterrati così lunghi e con parti così impegnative.
Il tracciato della Via del Sale
Quando Enrico ha proposto al gruppo di amici un giro sulla Via del Sale, sono stato dibattuto tra il lasciar silenziosamente cadere l'invito, mantenendo la promessa di non affrontare più sterrati impegnativi, oppure l'accettarlo portando con me Roz, mantenendo la promessa di mostrarle una delle più belle strade del mondo.

Ho preferito non mantenere, anche questa volta, la promessa fatta a me stesso e mi sono impegnato a riaffrontare la Via del Sale, questa volta con la responsabilità di una persona a bordo.

Ieri era il giorno e ci siamo trovati in dodici su dieci moto. Qualcuno di questi, cui non manca nessuna delle tre cose che mancano a me, ci ha raggiunto avendo già affrontato il Passo di Tanarello.

C'era tutto: moto stradali, da enduro, da deserto... bikers più o meno esperti e un paio di splendide zavorrine.

Ma se nei miei giri, solitamente, non amo né lo sterrato né i gruppi numerosi, perché ieri per me è stata una così bella giornata?

L'ho capito proprio mentre faticavo a mantenere nella corretta direzione la mia moto, senza le gomme adatte e senza le altre cose: a meno che non si sia enduristi capaci e con esperienza, le difficoltà insite nei percorsi su sterrato richiedono un livello di protezione più alto, che solo il gruppo è in grado di offrire.

Il rischio di cadere è maggiore, rispetto all'asfalto; la possibilità di rompere qualche cosa o anche solo di bucare, è molto più alta. Infatti ieri non è mancato chi ha coricato la propria moto nella polvere e chi ha forato. Immediatamente il gruppo si è stretto intorno agli sfortunati e ha neutralizzato ogni inconveniente.

Come nel branco, i lupi più forti hanno protetto quelli più deboli o in difficoltà.

Il riassunto... filmato
Per questo motivo stavo viaggiando più leggero, senza la tensione che avevo provato due anni fa. Non dico che sentivo di poter osare, ma sapevo di avere la possibilità di sbagliare. Poco, ma un po' potevo sbagliare.

Da solo non me la sarei proprio sentita di portare un passeggero in luoghi così belli ma così impervi e nel mezzo del nulla; in gruppo, invece, è stato tutto naturale, normale.

In gruppo, quindi, è meglio, e se il gruppo è quello con cui ho avuto la fortuna di viaggiare, allora non è più solo meglio ma diventa perfetto.

martedì 4 luglio 2017

Un piccolo itinerario in Provenza, tra vigne e lavanda

La zona è quella della lavanda, il periodo è quello della sua fioritura, che vuoi fare? Ci sono andato.


Però, da cultori del buon vino e del buon cinema, insieme a Roz ne abbiamo approfittato per seguire le orme di Max e Fanny, i protagonisti di Un'ottima annata, un film di Ridley Scott con Russell Crowe e Marion Cotillard basato sull'omonimo romanzo scritto da Peter Mayle.

Il film è ambientato principalmente a Bonnieux, nel Château La Canorgue, dove viene prodotto del buon vino in un ambiente fantastico.

Peccato che il château non sia visitabile, però è comprensibile: ci abitano i proprietari.

Non aspettatevi un castello, noi l'avremmo chiamata villa. Ma che bella villa!
Scene dal film
Una visita alla cantina e, compatibilmente con gli spazi in moto, un piccolo acquisto, non ce li siamo fatti sfuggire.

Veniamo all'itinerario.
In tutto prevede meno di una trentina di Km ma, con le visite d'obbligo, si possono affrontare in almeno una mezza giornata.

Consiglio vivamente di vedere il film prima di avventurarsi in questo itinerario: lo si potrà apprezzare meglio.

Luogo
Coordinate
BonnieuxN43.829140 E5.312689
Château La CanorgueN43.831852 E5.315625
GordesN43.911390 E5.199790
Abbaye de Notre Dame de SénanqueN43.931732 E5.189118
Col des Trois TermesN43.950279 E5.195864

Partiamo proprio da Bonnieux, nel Luberon, la zona di Apt.

Un giretto su e giù per il paese, colazione al belvedere e poi si parte, per fermarsi dopo pochissimi chilometri, proprio alla cantina del Château La Canorgue.
Il giardino, tra le vigne, con fontane, prati, il pergolato di vite e i filari di lavanda, vale da solo la visita.

La cantina, o meglio lo spazio riservato alla vendita del vino, trova posto in una costruzione separata dalla villa. Personale gentilissimo presenta il vino e invita alla degustazione. Noi ci siamo stati alle nove del mattino: siamo andati sulla fiducia.
Finita la visita, si riparte sulle stradine in mezzo alle vigne, e su belle strade veloci, per un alto luogo utilizzato per le riprese: Gordes, con il suo Hotel le Renaissance dove Ridley Scott ha ambientato il bistrot di Fanny (ma non pensate di fermarvi se non avete con voi una buona carta di credito!) e il Cafe de France, dove c'è la fermata del bus in cui Max consegna la lettera a Christie e un impareggiabile panorama sul Luberon.

In effetti è un magnifico borgo arroccato intorno ad uno stupendo castello che richiama turisti da ogni parte del mondo: una visita rapida per noi è sufficiente: ci piacciono le strade, lì intorno.

Sulla piazza principale troviamo le indicazioni per l'Abbaye de Sénanque, un'abbazia dedicata a Notre Dame de Sénanque fondata, dai monaci cistercensi nell'undicesimo secolo e a tutt'oggi da questi gestita e mantenuta grazie ai proventi della coltivazione e lavorazione di uve e lavanda.

Il luogo è molto bucolico, in fondo alla valle e circondato da vigne e filari di lavanda: essendo in zona sarebbe un vero peccato perderselo.

Il numero di turisti è alto ma gli spazi sono ampi e una visita è tranquillamente affrontabile.
La strada che porta alla abbazia è stretta e a senso unico. Se siete fortunati non incontrate giapponesi, con macchina a noleggio, che non l'hanno capito. Quindi: occhio!

Ripartendo dall'Abbaye de Sénanque, visto il percorso obbligato, vi troverete vostro malgrado ad attraversare un piccolo passo: il Col des Trois Termes. Da lì potrete decidere se prendere per Avignone, la città dei papi, per Russillon, il Colorado della Provenza, oppure per Manosque e Valensole, il cuore della zona della lavanda.
Dimenticavo: il vino di Château La Canorgue, il Coin Perdu, l'abbiamo comprato ma non ancora assaggiato: deve riposare ancora due anni. Al momento non sappiamo, quindi, se sia buono o se la sua fama sia solo il risultato del battage pubblicitario ottenuto dal film. D'altra parte, qui non parliamo di vini ma di strade e queste di cui vi ho accennato sono eccezionali.
Per il vino... vi faremo sapere.