Eppure ieri, da Upega a Limone, sulla Via del Sale, ho passato una bellissima giornata in moto sullo sterrato.
In moto ho sempre preferito la libertà che solo la solitudine ti può dare. Eppure ieri ho passato una bellissima giornata in moto con altre undici persone.
Avevo già percorso la Via del Sale alla fine di agosto di un paio d'anni fa in solitaria, da Limone a Monesi. Ero rimasto così affascinato dai panorami, dalla natura incontaminata, dagli ambienti quasi lunari che avevo incontrato tra il Colle della Boaria e il Rifugio Don Barbera che avevo promesso a Roz di portarcela, ma dentro di me mi ero anche ripromesso che non avrei mai più affrontato sterrati così lunghi e con parti così impegnative.
Il tracciato della Via del Sale
Quando Enrico ha proposto al gruppo di amici un giro sulla Via del Sale, sono stato dibattuto tra il lasciar silenziosamente cadere l'invito, mantenendo la promessa di non affrontare più sterrati impegnativi, oppure l'accettarlo portando con me Roz, mantenendo la promessa di mostrarle una delle più belle strade del mondo.Ho preferito non mantenere, anche questa volta, la promessa fatta a me stesso e mi sono impegnato a riaffrontare la Via del Sale, questa volta con la responsabilità di una persona a bordo.
Ieri era il giorno e ci siamo trovati in dodici su dieci moto. Qualcuno di questi, cui non manca nessuna delle tre cose che mancano a me, ci ha raggiunto avendo già affrontato il Passo di Tanarello.
C'era tutto: moto stradali, da enduro, da deserto... bikers più o meno esperti e un paio di splendide zavorrine.
L'ho capito proprio mentre faticavo a mantenere nella corretta direzione la mia moto, senza le gomme adatte e senza le altre cose: a meno che non si sia enduristi capaci e con esperienza, le difficoltà insite nei percorsi su sterrato richiedono un livello di protezione più alto, che solo il gruppo è in grado di offrire.
Il rischio di cadere è maggiore, rispetto all'asfalto; la possibilità di rompere qualche cosa o anche solo di bucare, è molto più alta. Infatti ieri non è mancato chi ha coricato la propria moto nella polvere e chi ha forato. Immediatamente il gruppo si è stretto intorno agli sfortunati e ha neutralizzato ogni inconveniente.
Come nel branco, i lupi più forti hanno protetto quelli più deboli o in difficoltà.
Da solo non me la sarei proprio sentita di portare un passeggero in luoghi così belli ma così impervi e nel mezzo del nulla; in gruppo, invece, è stato tutto naturale, normale.
In gruppo, quindi, è meglio, e se il gruppo è quello con cui ho avuto la fortuna di viaggiare, allora non è più solo meglio ma diventa perfetto.
Mario ogni tuo racconto è davvero coinvolgente. Io ieri ero con te su questa splendida strada e pur avendo moto e pneumatici adatti.. Mancava la capacità ! e anche per me il gruppo è stato fondamentale (il Tanarello mi ha subito messo alla frusta ! )
RispondiEliminaTu con Ros in sei stato bravissimo..davvero non so come hai fatto !
Sono veramente contento di averti fatto conoscere il gruppo ! "Cresceremo " ancora e ci aspettano ancora tante strade ed avventure!
Mario sono contento che questa avventura ti sia piaciuta e ti ha entusiasmato così tanto. In effetti la passione per la moto e per la natura riesce ad unire persone che apparentemente non hanno niente in comune ma che nel momento in cui si usano e ci si ritrova insieme si diventa un gruppo o un branco di lupi, come hai ben detto tu e che nel momento del bisogno si fa tutto il possibile per aiutare chi ha bisogno.
RispondiEliminaQuesto è la moto e l'enduro, due cose che insieme riescono a fare cose inimmaginabili.
A presto per una nuova avventura