Questo pare proprio essere l'anno del Colle del Nivolet. Sui social è tra i più citati e nonostante le chiusure festive, continua ad essere visitatissimo.
I motivi sono facilmente intuibili: a parte l'effetto mediatico dei numerosi post sui social che ne amplificano la visibilità, e di conseguenza la curiosità, quello principale è... che è proprio un bel posto, servito da una strada bellissima, e che regala la sensazione di essere veramente in paradiso, non solo nel bel mezzo del Parco Naturale del Gran Paradiso.
Nel 2018 ne scrissi un post dal titolo sarcastico: Nivolet? Lasciate perdere e pubblicai anche un video, forse quello che mi piace di più tra quelli che ho fatto: dalla mia prima visita ne uscii entusiasta e tornandoci altre volte, non lo trovai mai uguale a sé stesso.
Ma, dal momento che quest'anno è così popolare, vediamo di approfondire un po'.
La strada ha inizio a Ceresole Reale (1.580 m. s.l.m.) e in meno di 19 km risale la Valle Orco fino ai 2.612 m. del colle. Sì, è un colle (colle è depressione sulla linea di cresta di una dorsale montuosa) e non un passo (passo e valico sono sinonimi e fanno più esplicitamente riferimento al fatto che siano percorribili per transitare da un versante all'altro), infatti arrivati in cima, si può ancora scendere per poco più di un km ma poi la strada finisce e, se non si vuole continuare a piedi fino a Pont nel comune di Valsavarenche (Val d'Aosta), bisogna tornare indietro e ripercorrere la stessa strada almeno fino a Ceresole.
Caratteristica principale del Nivolet sono i due laghi artificiali, Serrù e Agnel (grossomodo 2.200 m. s.l.m.), che si incastonano nella valle come pietre preziose in un diadema, così come le opere ingegneristiche che ne hanno permesso la formazione: le dighe. Per niente invasive, colpiscono, oltre che per la loro maestosità, per il livello di integrazione col paesaggio.
Loro, le dighe, sono la causa dell'esistenza della strada, la quale fu tracciata già nel 1928 proprio per permettere di raggiungerne i cantieri, dove l'AEM (Azienda Elettrica Municipale) di Torino iniziò a sfruttare le acque della valle per la produzione di energia. Pochi anni prima, nel 1922, prendeva forma quello che sarebbe diventato l'ente che gestisce il Parco Nazionale del Gran Paradiso e le due realtà, ente e AEM, hanno registrato immediatamente molti attriti, culminati in una richiesta danni da parte dell'ente, che denuncia: "i lavori effettuati nell'area protetta arrecano permanente ed essenziale pregiudizio all’attuazione degli scopi per cui il parco è stato creato". Per giungere ad un accordo, l'ente stesso richiede che l'AEM si faccia carico della costruzione della strada, senza rendersi conto che quella, e non le dighe, avrebbe portato maggior disturbo alla fauna e alla flora del parco.
La strada, che nel progetto originale doveva congiungere Ceresole Reale, in Piemonte, con Pont e quindi Valsavarenche, in Val d'Aosta fu costruita fino al Rifugio Savoia e inaugurata nel 1959 ma il tracciato attuale è completato solo nel 1973, con l'apertura della seconda galleria.
I 5 LAGHI DEL NIVOLET
Da Torino si percorre la SP460 della Valle Orco e una volta giunti a Ceresole Reale si costeggia il lago di Ceresole e si procede senza più cambiare strada.
Dopo il lago di Ceresole incontriamo il lago Serrù, quindi passiamo sulla diga del lago Agnel e poi, dopo una bella serie di tornanti, giungiamo al colle. Proseguendo, per un km e mezzo circa, incontriamo altri due laghi detti laghi del Nivolet. Proprio di fronte al secondo, troviamo il Rifugio Savoia.
CHIUSURE
Tutte le domeniche dal 12 luglio al 30 agosto ed il giorno di ferragosto, gli ultimi sei chilometri di strada sono chiusi al traffico a motore privato nell’ambito del progetto A piedi tra le nuvole. Il tratto si può percorrere a piedi, in bicicletta o con le navette che partono ogni mezz’ora dalla piazzola antistante la diga del Lago Serrù.
La SP50 per il Colle del Nivolet è chiusa al traffico nel periodo invernale (15 ottobre-15 giugno).
Per maggiori informazioni su orari e percorsi potete consultare il sito del Parco Nazionale del Gran Paradiso nella sezione dedicata a Nivolet.
Intanto, in Val d'Aosta, si formano comitati contrari alla creazione della strada sul lato valdostano, ritenendo che creerebbe gravi danni alla porzione valdostana del parco, così i lavori, anche complici i continui aumenti dei costi uniti alla perenne mancanza di fondi, non si sono mai più ripresi.
Già nel 1957, quindi prima ancora che la strada fosse terminata, l'ente Parco chiede che ne sia predisposta una regolamentazione dell'accesso, a protezione della fauna e della flora del Parco stesso, e si ipotizza anche di farla diventare una strada a pedaggio ma non se ne farà nulla per molto tempo.
Nel 1974 un'ordinanza vieta l'accesso ai motocicli ma viene presto ritirata in seguito alle proteste del comune di Ceresole.
Solo nel 2003 si arriva a definire un piano di chiusure accettato da tutti a cui viene dato il nome A piedi tra le nuvole. Il piano prevede che gli ultimi sei chilometri della strada provinciale, compresi tra i 2200 e i 2600 metri di quota, nelle domeniche di luglio e agosto, possano essere percorsi, dalle 9.00 alle 18.00, soltanto con l’utilizzo dell’apposita navetta, oppure a piedi o in bicicletta. I clienti del rifugio/albergo Savoia, al Nivolet, possono transitare sui propri mezzi a motore ma devono essere muniti di prenotazione scritta.
Il colle, infine, è il set di alcune spettacolari scene della versione originale del film The Italian Job.