Ma prima o poi doveva succedere, non potevamo proseguire ancora a lungo così. E dire che di cose, tra noi, ne erano successe tante ma questo ancora no.
Sì, perché era da un paio di giorni che si rifiutava di rivolgermi la parola, il quadro si accendeva e mi guardava freddo mentre l'avviamento restava muto. Un solo tic e poi il silenzio.
Lei lo sapeva, lo sapeva benissimo che per fare male a qualcuno, devi semplicemente ignorarlo.
E lei mi ignorava.
Non sapevo più che cosa fare, quando ho capito che lei mi stava restituendo quello che sentiva arrivare da me: il rispetto non bastava più, ci voleva ben altro.
Ci siamo chiusi in garage e ho iniziato a spogliarla, prima la sella, poi i fianchetti, il serbatoio... fino a raggiungere quel relé, che faceva tic e basta.
L'ho smontato e l'ho testato: funzionava perfettamente. Allora, con molta delicatezza, ho pulito i contatti, sia con il cavo che arriva dalla batteria sia con quello che va al motorino d'avviamento. Poi l'ho rimesso al suo posto, facendo attenzione a non lasciare troppi segni del mio passaggio, le ho rimontato il serbatoio, ricollegato cavi e tubi, chiuso i fianchetti, rimesso la sella e quando ho riacceso il quadro e toccato quel pulsante... lei mi ha cantato la più bella canzone che conosce.
Fino a ieri sera ero convinto di essermi sempre preso cura di Nava, perché l'accudivo, la lavavo, le ingrassavo la catena, qualche volta le ho perfino sostituito il cavo della frizione(!), la proteggevo ma... non l'avevo mai smontata né, tantomeno, veramente riparata. Avevo sempre demandato ad altri questi compiti.
Ora Nava sa bene che continuerò a demandarli ad altri perché non sono un meccanico, ma sa anche che, nel momento del bisogno, io sarò lì. E soprattutto lo so anch'io.
Non credevo che riuscire in una (semplice) riparazione della propria moto potesse dare così tanta soddisfazione.