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martedì 20 dicembre 2016

Midvinter Rida

Col de l'Espigoulier
Nonostante il freddo, anzi, il gelo, sono partito. Volevo farlo prima ma un guasto alla moto mi ha tenuto fermo un paio di settimane in più, così ho fatto quello che, parafrasando la Midsommar Fest (festa di mezza estate) in Svezia, potrei chiamare Midvinter Rida, il giro di mezzo inverno, a ridosso del solstizio d'inverno, appunto.


Il bello e il brutto dei giri d'inverno

- Il bello dei giri in moto d'inverno?
- Beh... i giri in moto.
- E... il brutto dei giri in moto d'inverno?
- Questa è facile: l'inverno.


Per chi ha la passione per la moto e per i viaggi, l'inverno è una stagione un po' più difficile, non tanto perché fa freddo, ma perché è arduo trovare il giorno giusto per un giretto.

Il freddo dell'aria lo si combatte facilmente: i danesi dicono che non esistono giorni abbastanza freddi per non andare in bici ma solo gente non correttamente vestita.

L'asfalto freddo mette in difficoltà le gomme, perché la loro mescola riesce ad attivarsi solo da una certa temperatura.

L'acqua, poi, unita al freddo rende tutto molto più difficile, specie quando si presenta sotto forma di lastra, in mezzo al tornante...


Eppure si cerca di partire lo stesso, magari solo per qualche ora, qualche km, un po' di libertà e relax: sembra impossibile ma un motociclista si rilassa di più instabilmente in movimento su una lastra di ghiaccio che da fermo al lavoro, ci avete mai fatto caso?

E non venitemela a raccontare: usare la moto per andare a lavorare non è andare in moto ma usare la moto.
Andare in giro in moto, questo è vivere.

Allora si cercano tutti i momenti e le soluzioni possibili per farsi un giretto anche quando il buon senso consiglierebbe di lasciare la moto in garage.

Ma il buon senso è la capacità di giudicare con equilibrio e ragionevolezza una situazione, comprendendone le necessità pratiche, quindi è chiaro che non ha nulla a che vedere con persone si muovono su un mezzo instabile e intrinsecamente pericoloso solo per... sognare.

La direzione era obbligata: sud, alla ricerca del caldo.
Dopo il giretto a novembre sul lato orientale, in Val Trebbia, questa volta ho optato per il lato occidentale, la Francia, puntando verso una strada che mi ha sempre incuriosito e che, come vedremo, non mi ha deluso: la Route del Crêtes di Cassis, vicino a Marsiglia.

Calanchi di Cassis

Se c'è qualche cosa di buono, nel girare d'inverno, è il fatto che lo studio degli itinerari si fa più preciso, sintetico, pulito: si tagliano tutte le strade che non sono funzionali al raggiungimento dell'obiettivo che ci si è prefissati. Mentre d'estate, per andare a comprare il giornale in moto, si passa dallo Stelvio, perché è più divertente, d'inverno, prima di andare a comprare il giornale ci si pensa tre volte, poi si guarda il meteo infine si cercano strade percorribili.

Così anch'io, per andare a Cassis, non ho disdegnato un po' di autostrada, anche perché il Col di Tenda, gelato, mi ha preso molto tempo, molto di più del solito, quindi, nell'economia del viaggio, ho dovuto tagliare da qualche altra parte.
È così che sono nati due itinerari, per quanto lontani, brevi e non troppo impegnativi, che voglio condividere con voi, per la bellezza delle strade e dei luoghi; due pezzi di strada che possono essere incastonati in altri viaggi o che possono essere uniti in un unico giro, come ho fatto io.

Route des Crêtes

Il primo l'ho chiamato Verso la Route des Crêtes e, in meno di 80 km, comprende due colli e la Route des Crêtes. Il secondo in 170 km attraversa il Var, da sud a nord e, soprattutto, dieci piccoli colli, infatti l'ho chiamato Dieci colli intorno a Saint Tropez.

Di questa uscita, come ho già scritto, la Route des Crêtes non mi ha deluso, anzi, è anche più spettacolare di quanto potessi immaginare, ma la strada che mi ha veramente sorpreso e colpito di più è il Col de l'Espigoulier: è breve, in tutto meno di 20 km di fondo molto pulito e liscio, una carreggiata ampia e una sequenza di curve da lasciare senza fiato. Veramente molto, molto divertente.

L'altro itinerario, intorno a Saint Tropez, mi è piaciuto nel suo insieme: 170 km ben miscelati tra parti lente e guidate e parti veloci e... ancor più guidate, tra boschi freschi ed ombreggiati e pezzi di superstrada assolati, tra stradine e stradoni.

Tornerò da quelle parti in primavera: l'ombra di abeti, querce, ulivi e sugheri sarà certamente molto più apprezzata. Magari ci andiamo insieme, ok?

Vai agli itinerari
Verso la Route des Crêtes Dieci colli intorno a Saint Tropez

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