
Quel momento in cui si è pronti, si ha predisposto tutto e immaginato quel che sarà ma... non è ancora il momento.
Più è importante ciò che si sa che succederà, più lo si è desiderato, più tempo si ha impiegato a prepararlo, più volte lo si ha vissuto, con la fantasia, maggiore è la sensazione che manchi ancora un dettaglio o che qualche cosa possa andare storto.
Ansia.
Succede sempre, prima di un viaggio. E più si ritiene importante il viaggio, prima ci si ferma per prepararsi alla partenza. Una sorta di stand-by dove tutto è pronto ma tutto è fermo.
Un po' per non riscaldare il motore, che dovrà essere fresco, un po' per avere il tempo di controllare e ricontrollare tutto.
Niente dev'essere lasciato al caso. Niente di prevedibile dovrà poter fermare il viaggio.
Come se ci si potesse pensare ora per non pensarci più dopo, come per scremare il viaggio dalle sue componenti più noiose, lasciando che tutto il divertimento si scateni alla partenza, senza più pensieri.

Per questo, quando succede che, per un qualsiasi motivo, non si può più partire per un viaggio preparato tanto a lungo, nella memoria rimane traccia di tutte le volte che quel viaggio lo si è immaginato, formando una sorta di memoria di un evento mai avvenuto nella realtà, ma vissuto più e più volte con la propria immaginazione.
Così, alla fine del viaggio, la parte importante di quel che si porterà a casa non saranno le immagini né le storie da raccontare ma i momenti trascorsi con amici vecchi e nuovi, le sensazioni provocate da ogni incontro con culture diverse e situazioni sconosciute, quel senso di arricchimento che resta dopo aver appreso qualcosa che prima non si conosceva. Tutte cause di quella voglia di ritornare a pianificare un nuovo viaggio, per viverne tutti i momenti, dalla sua preparazione, allo stand-by, all'elaborazione del suo ricordo.
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