Io e Roz ci avevamo già provato e, quando la strada era scomparsa sotto uno strato importante di neve, eravamo dovuti tornare indietro. Avevo sottovalutato l'inverno che, pur se mite ormai da qualche anno, resta pur sempre una stagione poco generosa con noi motociclisti.
Questa volta è andata meglio: per non ripetere l'errore mi sono informato e l'amico Gianni mi ha rassicurato, così siamo partiti con destinazione Villefranche, per riposare qualche ora visitando anche la sua piccola Citadelle.
L'itinerario scelto si è rivelato essere abbastanza impegnativo, infatti, a parte l'ormai abituale Colle di Nava, sia il Passo Teglia (preceduto, ahimè, dal Passo della Teglia), sia la Strada Provinciale Dolceacqua - Val Roya, sono molto impegnativi, specie in questo periodo, in cui le strade secondarie sono molto sporche.
Bene, molto bene... quando hai voglia di andare in moto (non so voi ma io ce l'ho sempre), impegnativo è bello.
Giunti a Ventimiglia e superato il confine a Mentone, siamo rimasti sulla costiera, per seguire la Corniche Inférieure di Montecarlo, tenere il lungomare ed approdare a Villefranche.
Ma non è per raccontare questo che sto scrivendo ma per trasmettere, se ci riesco, la sensazione di appartenenza alla comunità dei motociclisti che in questo piccolo giro io e Roz abbiamo avuto modo di provare.
Tutto ha avuto inizio a Roquebrune Cap Martin, dove avevo preventivato di fare rifornimento di carburante. Vedo i due distributori a poca distanza uno dall'altro, sulla destra, e decido di fermarmi al primo ma... dannazione, la 98 è finita ed ha solo la 95.
Quando sono in Francia, di solito premio Madi (o Etta) con un po' di benzina buona e, questa volta, non volevo deluderla, così ho deciso di proseguire per il secondo distributore, dove, invece, era terminata anche la 95.
Sul momento non ci ho pensato ma in Francia era in corso uno sciopero e, si sa, quando i francesi decidono di scioperare... non ce n'è per nessuno. Così ho deciso che avrei rifornito più avanti: in questa zona ci sono molti distributori.
Vero, ce ne sono molti. Tutti senza una goccia di benzina.
Siamo così giunti all'albergo, a Villefranche, con un'autonomia residua stimata (da me) in una ventina di km al massimo. "Vedremo", mi sono detto "al limite attendiamo qui la fine dello sciopero... mica male!".
Il mattino seguente, mentre facciamo colazione, chiedo alla cameriera se sa di qualche distributore, in zona, ancora con del carburante. Lei ammette candidamente di non sapere nemmeno dove siano i distributori in zona ma coinvolge i presenti per farmi avere l'informazione che mi serve e tutti, ma proprio tutti, cercano di rendersi utili.
Uno è più attivo degli altri e mi dice subito che con lo sciopero sarà dura ma mi dice, anche, che nella tanica che usa per la sua moto, ha ancora un litro di benzina e si offre di andarla a prendere e portarmela.
Non posso accettare: sarà solo un litro di benzina ma lui se l'è messa da parte e se lo sciopero durerà, sarà giusto che la usi per sé. Io, in fondo, posso sempre rimanere qui ad aspettare che lo sciopero finisca... mica male!
Scherzi a parte, già l'offerta di quel litro di benzina, per me è stato molto: aggiunto a quello (scarso) che ci restava, ci avrebbe permesso di arrivare comodamente in Italia, dove problemi di approvvigionamento non ce n'erano.
Al mio cortese rifiuto, questo motociclista, di cui mi accorgo ora di non conoscere nemmeno il nome, si è procurato un foglio A4 e una biro e ci ha fatto lo schema che vi riporto al fondo di questo mio post, dove ha scritto in inglese preoccupato (preoccupazione più che fondata) che avessimo problemi con il francese, segnalando i distributori che, secondo lui, avrebbero potuto avere ancora del carburante.
Alla fine, abbiamo trovato l'unico distributore ancora fornito all'ingresso di Montecarlo, quello che lui mi ha segnalato come BP ma che ora è Esso, con una lunga coda, un cartello che limitava a 50 Euro il rifornimento massimo e con la 95 a... 2,41 Euro (e rotti) al litro.
Nella piccola disavventura, quel foglio che ci ha lasciato è stato molto importante, per noi. Non per trovare la benzina (saremmo cascati lì lo stesso) ma per trovare l'ennesima conferma del fatto che, a qualsiasi latitudine, i motociclisti sono strana, meravigliosa gente.
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