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domenica 6 giugno 2021

Ora il nuovo millennio può avere inizio

Secondo il mio amico Max, questa pandemia rappresenta il vero spartiacque tra il XX e il XXI secolo, quindi tra il II e il III millennio. Non sarà il primo gennaio 2000 ad essere ricordato per aver segnato il cambio culturale in grado di distinguere due differenti secoli, ma con ogni probabilità, sarà proprio questo periodo fatto di mascherine, disinfettanti, distanziamento, paura e tanti morti.
Spero e credo che Max abbia ragione, perché il contrario prefigurerebbe che qualcosa di peggio ci attenda in un futuro non troppo lontano.

Avremo, così, un prima e un dopo pandemia e pare che, salvo sorprese, ci stiamo avviando verso il dopo, anche se, secondo me, il dopo sarà tale solo quando tutti ne saremo fuori, non solo i paesi ricchi, ma questo lo vedremo.

Ora non vediamo l'ora di poter tornare a fare tutto ciò che facevamo prima ma non credo che il dopo sarà mai più come il prima: troppe cose sono cambiate, alcune in peggio e altre in meglio e temo non sia vero che ne usciremo migliori, solo diversi.

Ieri ho fatto il primo vero giretto in moto dopo la seconda ondata, dopo questo inverno non tanto meteorologico quanto emozionale. Nonostante fosse un sabato di giugno, in giro c'era pochissima gente, perfino i ristoranti sul lungomare ligure erano semivuoti.

Alcuni amici hanno percorso passi normalmente affollati in questi giorni, trovandoli completamente liberi non solo dalla neve ma dalle moto.

Nessuno in giro.

Ho rubato queste immagini della Cime de la Bonette all'amico Piermario Pirotti perché mi hanno impressionato: mai vista la Bonette così di sabato, nemmeno con la pioggia.

Anche i due passi che ho percorso io, insieme a Roz, erano completamente a nostra disposizione, non essendoci altre moto e pochissime auto; è stato bellissimo ma un po' triste.

Mentre viaggiavo, pensavo che in effetti io stesso ho fatto fatica a ripartire. Ieri mattina non ero così convinto di voler fare un giro in moto, era come se non mi sentissi pronto, come se il fermo forzato avesse steso un velo opaco sullo smalto della mia passione. Per un momento ho avuto l'impressione che tutto potesse finire, la passione svanire. Così mi sono convinto del fatto che, anche se controvoglia, fosse importantissimo partire e fare quel giro in moto, anche a fronte di un meteo che non prometteva niente di buono.

Man mano che i chilometri scorrevano, vedevo quello smalto riprendere gradualmente il suo splendore, e una volta in cima al primo passo, il Melogno, nonostante una strada in pessime condizioni, mi sono sentito nuovamente bene, felice di essere con Roz e con Madi, con la strada come unica meta. Il rientro, sul Bernardino, grazie ad un asfalto quasi sempre vicino alla perfezione, non ha fatto altro che darmi una carica in più.

Anche grazie a questo giretto in moto, della pandemia ho capito che il prima non ritornerà e che il dopo ce lo dobbiamo ancora creare. Noi.

Usciamo, partiamo, viaggiamo e incontriamoci sulle Strade da Moto, ben consapevoli del fatto che il passato è passato e che ciò che sarà il futuro dipende soprattutto da noi, e se non sapremo essere migliori, allora il rischio sarà quello di ritrovarsi, addirittura, a rimpiangere i lockdown.

Bonette

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