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sabato 16 dicembre 2017

A volte bisogna mollare

Il meteo prevedeva un fantastico fine settimana lungo, la voglia di partire era, come al solito, tanta, il giro molto bello, vedi Giri persi e giri in progetto.

Il venerdì mattina partiamo: Nava fa i capricci, un mese sola, nel garage freddo, non le è andato proprio giù. Alla fine la voglia di partire è troppo forte e coinvolge tutti, così anche Nava si convince e inizia a fare scoppiettare il suo motore. La batteria è stata, però, usata parecchio, così decidiamo di portarci dietro il caricabatterie. Non si sa mai.

La temperatura è bassina, un grado, ma la giornata è bella. Mentre saliamo verso il tunnel del Tenda la temperatura scende e il fondo si fa più... lucido. Con calma arriviamo alla galleria e il nostro abbigliamento si dimostra adeguato: solo le punte delle dita sentono un po' di freddo ma, tutto sommato, stiamo bene. Il semaforo ci fa aspettare 20 minuti, durante i quali mi accorgo che è la prima volta che aspetto senza altre moto: alle nove del mattino ci siamo solo noi.

Come al solito, superato il tunnel, ci si ritrova ad altre latitudini, con altre temperature: 5 gradi sembrano pochi ma... fanno la differenza!
Scendiamo a Breil e deviamo per Sospel, finalmente sotto il sole. Come al solito, viaggiare su fondo asciutto, ben equipaggiati, con la giusta temperatura e su strade da moto così belle, fa passare in un momento tutto lo stress accumulato. Posso dirlo con un'esclamazione che rende l'idea: è una figata! Col de Brouis, Col de Pérus, Sospel, dove ci aspetta una pausa per colazione: lo so, non dovrei ma non posso resistere a croissants e pain au chocolat francesi! Sono come Oscar Wilde: so sbarazzarmi molto bene delle tentazioni, cedendovi.
In sella, verso sud, ancora un colle, il Castillon, poi arriviamo a Mentone, dove ci infiliamo in autostrada. Vedo già le facce schifate di molti lettori: autostrada???

Beh, per arrivare lontano, in poco tempo, si può fare uso anche di questo tipo di strade. In fondo abbiamo tre giorni scarsi e vogliamo andare su strade bellissime che, però, non sono proprio dietro l'angolo.
Poi, va anche detto, quell'autostrada, la A8 francese, detta La Provençale, superata la parte di caotica di Nizza, è una gran bella autostrada, senza rettilinei, senza pianure, con bellissimi paesaggi! Riesce a divertire e a non annoiare.

Autostrada sia, quindi, ma più ci avviciniamo all'uscita di Rousset/Trets più è chiaro che il meteo ci ha fregato: al posto della giornata assolata prevista, ci troviamo sotto uno spesso strato di nubi e, usciti dall'autostrada, il fondo è bagnato, a testimoniare una giornata fino a poco prima parecchio piovosa.
Nervoso, sbaglio strada, così salto il Pas de la Couelle. Pazienza: quello che mi interessava era il Col de l'Espigoulier, uno dei più belli che io conosca ma... oggi è tra le nuvole... nella nebbia, così le sue fantastiche vedute vivono solo nei miei racconti a Roz.
Poco male: una buona scusa per tornare.

Ancora un po' di strada verso sud e arriviamo a Cassis, dove ci fermiamo a fare due passi nel piccolo porto prima di inseguire il tramonto sulla vicinissima Route des Crêtes.
Fuori stagione, senza tutte le persone che di solito affollano gli spiazzi vicini ai calanchi, la strada è ancora più bella e il tramonto, possiamo dirlo, le dona. Le dona proprio tanto.
Fortunatamente ho con me la telecamera e documento tutto.
Arrivati a La Ciotat ci sistemiamo in un alberghetto trovato su Booking: La Croix de Malte. Da fuori, ad un primo sguardo, non gli avremmo dato una lira ma il primo contatto con i gestori rivela che ci troviamo tra amici, con gente tanto gentile quanto disponibile. Mi fanno parcheggiare la moto in cortile, sotto una piccola tettoia a ridosso del muro. È abbastanza riparata. La stanza è carina e molto pulita. La posizione eccezionale e il prezzo basso. Il giorno dopo scopriamo che anche la colazione è ricca, buona e abbondante.

Finita colazione ci avviamo subito verso Marsiglia, con l'intenzione di rifare la Route des Crêtes ma, come il meteo aveva previsto, tira un forte vento, troppo forte, troppo pericoloso avventurarsi sulla cresta. Decidiamo di passare sulla strada a valle, anch'essa molto divertente ma un po' più trafficata, e di raggiungere Marsiglia attraverso una strada che, già dal nome, ci è parsa subito bella. L'indicazione diceva Marseille par la Gineste.

Proviamola. Subito siamo colpiti da una vista su Cassis che ci toglie letteralmente il fiato (complice anche il vento freddissimo), poi da una bella sequenza di curve che ci porta un po' più in alto, dove raggiungiamo una parte di strada più rettilinea che costeggia un poligono militare dove si addestrano i carristi, con i loro carri armati.

Arrivati in cima, un nuovo stupendo panorama ci colpisce dritto negli occhi: le isole di fronte a Marsiglia, il blu scuro del mare sotto un cielo azzurrissimo, le montagne dietro Marsiglia, mentre si indovina una bellissima sequenza di curve che scendono verso la città.
Con Roz concordiamo che il Col de la Gineste è, a pieno titolo, una strada da moto che manca ancora all'elenco di Strade da Moto e mi riprometto di colmare la lacuna.
Arriviamo a Marsiglia e visitiamo un po' la zona del porto ma il vento è molto fastidioso, così torniamo a Cassis, per un pranzo nel porticciolo, molto ben riparato dal vento.
Pomeriggio a Cassis, ritorno a La Ciotat e preparativi per il viaggio di rientro, che intendiamo fare passando da un paio di colli, dal lago di Saint Cassien e dal Tenda o dal Nava...

Ma fa brutto: il cielo si rannuvola e le previsioni cambiano repentinamente anticipando l'arrivo della pioggia, che era prevista per lunedì. Pare che dovremo partire presto per stare davanti alla pioggia e che ci dovremo scordare i giri che avevamo progettato.


Visto il freddo e che la mattina dopo dobbiamo partire presto, decido di dare un po' di carica alla batteria della moto e chiedo al gestore dell'albergo se sia disponibile una presa di corrente e in men che non si dica esce, mi apre un quadro elettrico che c'è proprio sotto la tettoia dove ho parcheggiato e pianta la spina del carica batterie in una presa che pare essere stata messa lì apposta. Gentilissimo, come dicevamo prima.
L'operazione si rivela molto utile, infatti il mattino dopo Nava fa di nuovo un po' fatica a mettersi in moto: con la riserva di energia che avevamo non ce l'avrebbe mai fatta.

Intanto, però, la pioggia ha anticipato ancora, così partiamo sotto l'acqua, che non lasceremo più fino a dopo Ventimiglia, dove pare darci un po' di tregua. Guardo le previsioni e dicono che a Limone Piemonte era nuvoloso ma senza precipitazioni. La neve sarebbe arrivata in serata. Ok, affrontiamo la salita al tunnel del Tenda.

Illusi: man mano che ci avviciniamo a Fanghetto il numero dei fiocchi di neve, che scendono lentamente, cresce. E insieme al loro numero cresce anche la loro dimensione. Siamo tranquilli: le previsioni dicono che a Limone non nevica! Infatti arrivati a Breil smette di nevicare: volevo ben dire. Ma è un breve momento. Poi riprende più forte e deciso di prima. Avrei fatto meglio a controllare anche le previsioni di Tenda, scoprendo così che passare da lì in moto... non era nemmeno pensabile.

Arrivati a Saint Dalmas de Tende non non abbiamo più potuto procedere. Speravo di arrivare a Tende ma... niente, non si può, almeno con le gomme stradali, estive, che abbiamo.
A volte bisogna mollare: non è debolezza. È buon senso.

Massimo mi aveva scritto un SMS, il giorno prima: Domani danno probabile neve: se vuoi, non correre rischi, lasci la moto e volentieri vi vengo a prendere. Ecco a cosa servono gli amici: a darti un riparo quando piove (o nevica!).
Lo abbiamo chiamato e dopo un'ora era con noi a Saint Dalmas insieme a Rosa, e ci hanno riportati a casa.

Nava è rimasta al riparo, sotto l'arco pedonale del ponte di Saint Dalmas dove ancora ci aspetta: presto l'andremo a prendere e la riporteremo a casa.

2 commenti:

  1. Grande Mario, ma grandissima Roz.
    Dal 25 al 31 dicembre sono libero, organizza qualcosa.

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    Risposte
    1. Mi piacerebbe ma... quella settimana sono "reperibile", ergo: non mi posso muovere! :(

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