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giovedì 9 novembre 2023

Provincia di Cuneo - Strade da Moto per la SP23

Abbiamo già avuto una (bella) esperienza con il Presidente della Provincia di Cuneo, che all'epoca era Federico Borgna, per la richiesta di messa in sicurezza della Strada del Vallone di Elva, la SP104. La questione era (ed è tutt'ora) molto complicata ma, anche grazie alla collaborazione con altre associazioni, con molti Comuni della provincia e ad una raccolta firme che si è avvicinata a 10.000 sottoscrittori, qualcosa si è ottenuto, infatti la Provincia a luglio ha approvato un progetto di fattibilità tecnica ed economica per mettere in sicurezza la strada che prevede una spesa di 16,5 milioni, di cui 11,2 per lavori e 5,3 di somme a disposizione dell’Amministrazione. Ci vorrà del tempo ma quello che potevamo fare l'abbiamo fatto e abbiamo trovato un'amministrazione sensibile ai problemi che le abbiamo sottoposto.

Ora ci è stato presentato un altro problema relativo ad un'altra strada, problema molto più piccolo dal punto di vista economico ma che ha già causato la perdita di almeno una vita umana.

I fatti

Circa un paio di mesi fa, siamo stati contattati dall'amico motociclista (e presto socio di Strade da Moto) Francesco Fasanelli, il quale, in seguito alla perdita di un amico a causa di un incidente motociclistico sulla SP23 nei pressi del Ponte del Sale, nel comune di Borgo San Dalmazzo (CN), si era già attivato con la Provincia per richiedere il posizionamento in quel tratto di guard rail salva motociclisti, almeno in memoria dell'amico morto proprio a causa dell'inadeguatezza del guard rail.
Ci siamo incontrati ed abbiamo deciso di far seguire, alla sua richiesta, quella della nostra Associazione.

In giallo il tratto interessato
Luca Robaldo

Ci siamo subito attivati per richiedere un incontro con il Presidente e nel giro di un paio di settimane siamo stati ricevuti (io e il Delegato pro-tempore della costituenda Delegazione di Cuneo, Massimo Maria Macagno).

Proprio come in occasione dell'incontro con Federico Borgna, anche con il suo successore, Luca Robaldo, abbiamo trovato un ambiente e una disponibilità al dialogo molto accomodanti e, anche, grande sensibilità verso l'argomento sicurezza stradale.

Non starò a raccontare quanto ci siamo detti ma ci siamo lasciati con l'assicurazione, da parte del Presidente, che i soldi necessari (parliamo di poche decine di migliaia di Euro) sarebbero stati trovati tra gli avanzi di bilancio 2023 o, al limite, tramite apposito stanziamento a gennaio 2024 e che i lavori sarebbero partiti appena possibile.

In questo caso, più che parlare del successo della nostra iniziativa, vorrei sottolineare la soddisfazione provata nel trovare un'amministrazione che, almeno in questo caso, si è dimostrata così ben disposta all'ascolto dei suoi amministrati e attenta alla sicurezza di tutti gli utenti delle strade che si trova a dover gestire. Noi, a questo punto, non possiamo che ringraziare, anche per l'apprezzamento ricevuto per il lavoro che l'Associazione porta avanti sul fronte della sicurezza stradale.

Su tale fronte, con il Presidente della Provincia si sono anche valutate anche prossime iniziative con la collaborazione di Strade da Moto che, con ogni probabilità, si concretizzeranno nel triennio 2024-2026. È prematuro parlarne ma... presto ci ritroveremo qui a farlo.

sabato 7 ottobre 2023

Un giretto intorno a Gap

Piccole strade per grandi soddisfazioni

Questo giro potrebbe essere fatto in giornata ma se si desidera goderne, allora consiglio di prendersi due giorni, per poterne gustare al meglio le tante emozioni che sa trasmettere in così pochi km.

Trovate l'itinerario completo qui, si tratta di un anello dove io ho scelto Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo, come punto di partenza e arrivo ma solo perché non è distante da casa mia. Anche i colli dell'Agnello e della Maddalena non sono altro che tappe di avvicinamento al cuore dell'itinerario, che si trova tra le Alte Alpi e le Alpi dell'Alta Provenza.
Chi arrivasse più da nord o da Sud potrà avvicinarsi attraverso altre strade, come il Monginevro o la Route Napoleon. Diciamo che la parte, per me, più interessante del giro potrebbe iniziare e terminare a Savines le Lac, sul lago di Serre Ponçon, ma solo perché, abitando dove abito, Agnello e Maddalena sono ormai tratte abituali, che non perdono mai il loro fascino, per carità, ma che percorro solitamente per raggiungere altri luoghi, altre strade.

Bando alle ciance. Ho avuto la fortuna di partire, in solitaria, al mattino di un sabato di fine settembre dove l'intero fine settimana era benedetto dal meteo. Direzione: Colle dell'Agnello.

L'Agnello non ha bisogno di presentazioni, un po' perché è il secondo passo (asfaltato) d'Italia per altitudine, un po' perché è una delle poche alternative rimaste per sconfinare in Francia per noi che abitiamo nel sud del Piemonte.

Domani sarà ottobre e presto il colle sarà chiuso, come di consueto, fino a giugno dell'anno prossimo; il freddo inizia a farsi sentire. I 10° in cima non pesano perché si è baciati dal sole ma al mattino la salita presenta lunghi tratti in ombra dove una maglia in più non darebbe fastidio.

La discesa francese è tutta al sole e mi porta verso le Gorge du Guil, da percorrere sempre con la dovuta calma in previsione della prima vera sosta a Guillestre, dove solitamente mi concedo un Café au Lait et Croissant sulla piazzetta centrale, dove si incontra tanta strana meravigliosa gente.

Dopo la sosta, riparto verso Embrun tenendo la strada principale (N94) ma, per chi non l'avesse mai fatta, consiglio una piccola deviazione per St. André d'Embrun, per percorrere la D994D, conosciuta come Strada dei Balconi della Durance.

Giunti ad Embrun continuo per Savines le Lac e Chorges, sempre sulla N94, anche se potrei infilarmi sulla D9, che corre a nord del lago, godendo delle stupende viste che sa offrire dall'alto.

Poco dopo Chorges, lascio la N94 per prendere, sulla destra, la strada verso La Bâtie Neuve/La Bâtie Vieille, dove alla prima rotonda trovo già l'indicazione per il Col de Moissière, una strada non troppo larga ma nemmeno troppo stretta, dall'andamento dolce (pochi tornanti) e che sa offrire bellissimi panorami oltre che un ambiente bucolico, fatto di boschi e praterie dove scorrazzano (ben recintate) mucche e pecore in quantità.
Attenzione ai ciclisti: la strada, come molte di quelle previste da questo itinerario, non è solo apprezzata da noi motociclisti ma anche da loro e devo dire che, sarà la diversa educazione di entrambe le categorie ma, qui in Francia la convivenza è più facile.

Dopo una sosta al pianoro che c'è in corrispondenza del passo, proseguo sulla D213 fino a Ancelle, dove la strada diventa D13 e seguo il cartello, sulla sinistra, per il Col de Manse, su una strada non molto semplice ma scorrevole che mi porta, al Colle, al Rifugio Napoleon, per poi ridiscendere verso la N85, la celebre Route Napoleon, sulla quale attraverso il velocissimo Col Bayard e proseguo fino a trovare, sulla sinistra, l'indicazione per uno dei più bei passi di questo itinerario: il Col du Noyer che sale fino a 1.664 m. slm.

Il Col du Noyer è una strada stretta ma pulita e liscia, che si abbarbica con diversi tornanti e balconi sulla valle sottostante offrendo panorami eccezionali e richiedendo una guida tranquilla, sicura e precisa, oltre che un minimo di attenzione per chi viene in senso contrario.
Raggiungere il colle dà molta soddisfazione e, poche decine di metri prima, si può godere di una pausa con vista in una piccola area con tavola di orientamento.

La discesa mi porta, su una strada sempre più larga che circumnaviga lo spettacolare Massif du Devoluy, al Col de Rioupes che io, devo ammetterlo, ho superato senza accorgermene, forse perché non vedevo l'ora di provare il Col du Festre, del quale mi avevano parlato molto bene e che non avevo mai avuto il piacere di affrontare. Confermo le voci che mi erano arrivate: un colle molto divertente da guidare, una strada ampia e veloce, più che un colle... un'istigazione a delinquere. Andateci piano!

Grazie soprattutto alle numerose soste, il pomeriggio è ormai avanzato e le giornate, in questo periodo, si accorciano velocemente, così decido di fermarmi per passare la notte e scelgo Aspremont come tappa, aggiungendo un piccolo passo all'itinerario, il Col du Pignon, per raggiungerlo.

Ad Aspremont, la simpatica e gentilissima proprietaria del piccolissimo Auberge che mi ha ospitato mi ha consigliato di salire sulla cima che si trova proprio dietro la struttura, a 5 minuti a piedi, dove si trovano i resti del castello e una vista, tutt'intorno, impareggiabile (qui le coordinate).
Non perdetevelo, vi troverete immersi in un ambiente magico, che sa di storia ma anche di leggenda, di cavalieri e druidi...

Domenica mattina riparto verso casa, che raggiungerò attraverso il Colle della Maddalena, non prima di aver percorso un'altra serie di piccoli colli e passi, non sempre noti ma che, anche se a tratti più adatti alle bici che alle moto, vale veramente la pena di visitare.

Inizio con il Col de la Bachassette: ottimo asfalto su una strada stretta che mi accompagna verso il Col des Verniers, ancora più stretto, meno liscio e un po' più tortuoso, che a sua volta mi permette di raggiungere un passo che mi piace molto ma che, vuoi per la difficoltà, vuoi per il fondo, vuoi per il brecciolino, da alcuni è considerato una bestia nera delle stradine francesi: il Col d'Espréaux, che mi si è presentato, questa volta, in modo molto diverso rispetto ai miei passaggi precedenti: molti tratti con asfalto nuovo, assenza quasi totale di brecciolino e curve... no, quello sono le stesse di prima: tante, spesso cieche e, soprattutto scendendo verso il villaggio di Barcillonnette (non Barcelonnette!), impegnative.
Insomma: una strada da non perdere e da percorrere con calma, anche solo per godersi l'ambiente che definirei lunare che mi accompagna, specie vicino al passo.

Da Barcillonnette seguo l'andamento capriccioso della strada fino a scollinare, ancora una volta, sul Col de Foureyssasse, l'ultima strada da bici di oggi che mi porta dritto fino a Tallard. Oddio... ci sarebbe la possibilità di tagliare attraverso un'altra stradina ma credo di averne percorse abbastanza, di oggi, così continuo sulla D119 (non che sia un'autostrada!) fino all'aeroporto, per poi svoltare a destra, verso la rotonda su cui si affaccia l'autostrada A51, quella che spesso utilizzo per avvicinarmi velocemente al cuore della Provenza o alla Camargue.
Ovviamente non entro in autostrada ma prendo l'uscita subito prima, quella per Sisteron, puntando verso il Pont de la Saulce per proseguire sulla D4: il Col de Borne.

È una lunga alternativa alla solita strada che si percorre per tornare a casa, verso la Maddalena, tra Tallard e Espinasses, lunga ma molto, molto divertente e poco, poco battuta.
Dopo il Col de Borne proseguo sulla stessa strada (ce n'è una sola, non ci si può sbagliare) per attraversare il Col de Sarraut, più veloce e aperto, che mi riporta sulla strada principale, praticamente a Espinasses, dove svolto a destra verso il Colle della Maddalena che, come ho già scritto, mi riporterà a casa.

Un'ultima parola su questa strada, il Colle della Maddalena, per chiarire ciò che ho scritto in apertura: per noi piemontesi del sud è una strada un po' scontata, che, complice anche l'alto numero di camion in settimana, difficilmente annoveriamo tra le strade da fare ma devo dire che, ogni volta che la percorro, mi rendo conto di quanto sia bella e assolutamente consigliabile a chi, venendo da più lontano, è spesso attratto da altri più blasonati valichi verso la Francia.
È aperta praticamente 365 giorni l'anno e tutto il suo percorso, oltre ad essere un'ottima scuola di motociclismo, costituisce una strada che ci scodella verso Barcelonnette, dove, per proseguire, non c'è che l'imbarazzo della scelta: Col d'Allos, Col de la Cayolle, Col de la Bonette, Col de Vars, Col et Tunnel du Parpaillon... per non parlare delle strade che ho già elencato in questo post.

domenica 9 luglio 2023

#Highlandstour 2023

Per chi me lo ha chiesto, qui c'è il file GPX del progetto del giro. Ovviamente non è affatto detto che lo seguiremo alla lettera, vedremo.
È suddiviso in più tratte che non corrispondono assolutamente ai giorni di viaggio ma rispondono semplicemente all'esigenza di non avere un'unica lunga traccia che rallenti il mio GdM.

Prologo

Non è il viaggio più lungo che abbiamo progettato ma quello che io e Roz affrontiamo sì, e questa volta partiamo senza aver prenotato nulla (traghetto d'andata, Rotterdam-Hull, a parte). Vogliamo viaggiare liberi di decidere di volta in volta quando, dove e per quanto tempo fermarci.
Certo, il rischio di non trovare nulla c'è, specie nell'area delle Highlands occidentali, in fondo si tratta di un'area veramente poco popolosa.

La traccia non è che un'idea, ogni giornata sarà guidata dall'ispirazione del momento, così non possiamo nemmeno predisporre i passi di questo post, il quale sarà, quindi, un semplice giornale di bordo, dove ogni sera (e non è un impegno!) cercherò di raccontare qualcosa della giornata trascorsa.

Prima di metterci preparare i bagagli, cercando di selezionare per bene solo ciò che serve e già sapendo che dimenticheremo qualcosa, auguro a tutti una buona lettura.

Sabato 8 luglio 2023

Oggi e domani sono da considerarsi giornate di spostamento verso la meta, verso l'inizio del giro ma, così come l'attesa del piacere è essa stessa piacere, così lo spostamento per il giro è esso stesso il giro. Va beh... un po' più noioso e faticoso ma poi, chi sa apprezzare alla fine riesce anche a goderne.
Vi ho mai detto che la Francia è bella perfino vista dall'autostrada? Ci siamo entrati dal Frejus e, subito, la Savoia si è presentata con le sue montagne maestose. Poi, salendo verso nord, il territorio si è fatto man mano più dolce, fino alle colline della Borgogna, dove siamo usciti dall'autostrada in un grazioso gioiello medievale di paese, chiamato Tournus per mangiare un boccone e, già che eravamo lì, visitare la maestosa chiesa con la sua bellissima cripta.

Ripresa l'autoroute, siamo arrivati fino a Troyes, dove passeremo la notte. Domani, dritti a Rotterdam.

Per gli amanti delle statistiche:
760 Km circa, 7 ore di moto e... tanta, tanta benzina.

Tournus




Domenica 9 luglio 2023

Pensavate che in Italia avessimo le peggiori strade/autostrade d'Europa? Vi sbagliavate. In Belgio stanno peggio di noi.
Il limite di 120 in autostrada è ampiamente giustificato. Quello dei 100 in Olanda meno. 
Comunque, pian piano, abbiamo raggiunto Europort e la nave. Ora, dopo la seconda birra, aspettiamo di prendere il largo.

Che cosa raccontare di oggi? Niente, se non fosse per le due curve della rampa per imbarcarsi, non avremmo visto nessuna strada da moto.


Per gli amanti delle statistiche:
520 Km circa, 6 ore di moto e... un po' di benzina.

Europort - Rotterdam

Lunedì 10 luglio 2023

Sbarcati in perfetto orario. Peccato le code per i controlli dei passaporti.
Sulla nave c'erano tantissimi motociclisti da tutta Europa, è stato bello scambiare quattro chiacchiere con qualcuno di loro.
Una volta sbarcati è iniziato lo stress da guida sul lato sbagliato della strada. Probabilmente non mi ci abituerò durante questi giorni nel regno di Albione. Il problema non è tanto stare a sinistra quanto svoltare, dare le precedenze, entrare nelle rotonde... tutto molto stressante. Meno male che c'è Roz, che con qualche colpo ben assestato nei reni mi riporta nella giusta carreggiata quando divago troppo.

Il mio GdM ci ha fatto fare il giro dell'intera Inghilterra per portarci da Hull a Newcastle: c'è una strada diretta (127 miglia) ma lui ci ha fatto passare da York e Carlisle (212 miglia), ovviamente su noiosissime superstrade. Abbiamo approfittato per dare un'occhiata a York: molto carina.
Abbiamo impostato il tachimetro e il navigatore in miglia, altrimenti rischiavamo di non capirci più nulla tra limiti e distanze. Fa un po' impressione viaggiare ai 60 e sapere di essere al limite (di velocità). C'è da dire che, come avevo già visto in Irlanda, i limiti qui sono fissi in base al tipo di strada e indipendenti dall'effettiva percorribilità delle strade. Quasi sempre, fuori città, il limite è 60 mph (96 km/h), anche là dove, con tutta la buona volontà, più dei 50 km/h non riesci a fare! Se c'è una situazione di pericolo (curva, dosso, strettoia...) scrivono per terra SLOW, ma il limite resta 60 mph.

A Newcastle abbiamo imboccato la A68 per fermarci subito a Corbridge per pranzare, poi abbiamo continuato sulla stessa strada, che ci ha portato fino a Edimburgo attraversando il Northumberland National Park, ancora in Inghilterra, e, soprattutto, il Carter Bar, un passo a 418 metri, proprio sul confine, che presenta l'ingresso in Scozia con un colpo d'occhio fenomenale. La strada all'inizio è molto rettilinea ma si muove come le montagne russe, su continui saliscendi con pendenze anche notevoli (10-14%), vere e proprie curve verticali che, avvicinandosi al passo si trasformano in curve orizzontali sempre più numerose e divertenti.
La discesa verso Edimburgo non è da meno.
Non molto dopo il passo, si attraversa Jedburgh: vale la pena di una sosta per visitare le vestigia della sua sontuosa abbazia.

Il meteo è stato clemente: abbiamo messo le antipioggia, è vero, ma è stato più che altro un gesto scaramantico (e ha funzionato). Abbiamo preso molta più acqua questa sera, per andare a cercare un posto dove cenare, a piedi.

Domani, km zero: visiteremo Edimburgo.

Per gli amanti delle statistiche:
461 Km circa, 6 ore di moto e benzina qb.

Hull


York




Carter Bar

Jedburgh



Martedì 11 luglio 2023

Come ho detto, oggi niente strade da moto, anzi, niente moto. Visita a Edimburgo, che si è rivelata una piacevole scoperta, anche se, ormai, tutte queste città turistiche, specie nelle parti più belle, sono accomunate da una fiera del kitsch uguale dappertutto: puoi sostituire le gondole made in China con le cornamuse made in PRC, le torri pendenti con gli apribottiglie, piastrelle e stracci con stupide frasi sono uguali ovunque, al limite cambia l'idioma...
Ma Edimburgo ha zone poco battute dai turisti ma molto belle e riesce a stupire anche nei quartieri nuovi, più anonimi ma vivi, caldi.

Per gli amanti delle statistiche:
0 Km esatti, 0 ore di moto e diverse birre.

Edimburgo









Mercoledì 12 luglio 2023

Lasciamo Edimburgo presto per dirigerci verso Dundee (ma anche questa volta GdM mi fa fare strade diverse e riesce a farmi saltare Dundee) da dove imbocchiamo la A93, la Old Military Road che attraversa il Cairnwell Pass, dove, poco prima, ci fermiamo per vedere il famoso Devil's Elbow, da tanti ritenuta la curva con maggior pendenza al mondo. Quella curva non esiste più perché la strada è stata rettificata tagliando un paio di curve e il nuovo rettilineo si ricongiunge al vecchio tracciato proprio in corrispondenza dell'Elbow. Così a occhio, secondo me, non era niente di che. Vedere foto per giudicare.

Il passo, invece, è molto bello. Nonostante si salga non oltre i 670 m. slm, sembra di essere in alto sulle nostre Alpi, con una quiete indescrivibile, immersi nel verde, senza alberi, con bucolici ruscelletti e tante, tantissime pecore, libere di scorrazzare in enormi praterie, senza nemici naturali.
Anche tanti bovidi e cervidi, nei campi a fianco della strada e, qua e là, qualche lepre.

La strada ha un andamento dolce ma divertente e il limite di velocità e 60 mph, 96 km/h, praticamente per tutto il tratto.

Superato il passo raggiungiamo la prima delusione del viaggio: il castello di Braemar: lavori in corso a parte, ci è sembrato bruttino. Pazienza, abbiamo proseguito e raggiunto il ben più famoso Balmoral Castle, residenza estiva dei regnanti dove, l'8 settembre dello scorso anno, è morta la regina Elisabetta.

Tutta l'area è molto bella ma credo che 5 sterline per il parcheggio (anche solo della moto) e 16,50 sterline a testa per l'ingresso avrebbero dovuto comprendere, se non anche pranzo, almeno la visita dell'interno, invece... visiti il parco e al castello puoi farci un giro intorno. E basta.

Ripresa la strada, ci siamo fermati ad Aboyne in uno strano negozio, cartoleria/ristorante (giuro, si chiama Corner House Aboyne, cercatelo), dove abbiamo pranzato con una deliziosa zuppa di broccoli e ceddar, prima di procedere per la destinazione di oggi: Aberdeen.

Per gli amanti delle statistiche:
Più o meno 263 Km esatti, 4 ore di moto e un pieno abbondante di benzina.

Cairnwell Pass









La vecchia strada del Devil's Elbow


Balmoral Castle




Aberdeen



Giovedì 13 luglio 2023

Dopo aver ascoltato il consiglio dell'amico Luca, che c'era già stato, e dopo aver visto un po' di documentazione sulla zona, abbiamo deciso di saltare la visita al lago di Lochness.
Così, da Aberdeen, siamo andati a visitare il castello di Fraser, che abbiamo trovato molto interessante, poi abbiamo preso la strada per Inverness e proseguito verso nord, dove domani arriveremo a John o'Groat.

Per pranzo ci siamo fermati a Elgin, ridente cittadina dalla cattedrale un po' malandata. 😀

Il primo pezzo di strada, per arrivare al castello e poi per raggiungere la noiosissima A96, è molto bella, come andamento, come panorami, ove aperta, e per i fittissimi boschi che attraversa.

Alle 15:00 in punto abbiamo lasciato le Lowlands e siamo entrati nelle Highlands.

L'acqua ci ha accompagnato per tutto il giorno, lasciando qualche intervallo al sole, ma devo dire che non è mai stata tanto fastidiosa.
Giunti a Alness, dove abbiamo trovato un alberghetto carino, abbiamo deciso di fermarci e riposare.
La cena è servita della 17:00 alle 19:30, così abbiamo finto di consumare una merenda cinoira e, alle 20:30, ci apprestiamo ad andare a dormire. 

Per gli amanti delle statistiche:
intorno ai 200 Km precisi precisi, 4 ore di moto e un pieno scarso di benzina.

Castello di Fraser







Birretta ad Alness

Venerdì 14 luglio 2023

Oggi pochi km ma veramente belli.
Partiti da Alness non troppo presto e dopo una pantagruelica colazione (da pane burro e marmellata all'Haggis passando per salsicce, uova e fagioli), abbiamo preso la A9, diventata poi A99 per arrivare a John o'Groat. Tanti nove, infatti sono 99 anche le miglia percorse.

Per strada ci siamo fermati a visitare il Dunrobin Castle, dove abbiamo assistito anche ad uno spettacolo di falconeria: tutto molto carino ed interessante.
Ma ancor più interessante si è rivelata la strada, soprattutto la A99, ricca di curve e pendenze fino al 14% e con un fondo magnifico, molto grip anche sul bagnato.

Ah, abbiamo tenuto le antipioggia tutto il giorno ma, con temperature dai 12 ai 14 gradi, non ci hanno dato alcun fastidio e... non è scesa nemmeno una goccia d'acqua, anzi, arrivati a John o'Groat è anche uscito il sole.

Per gli amanti delle statistiche:
esattamente 160 Km circa, 3 ore e mezza di moto e un pieno scarso scarso di benzina.










Sabato 15 e domenica 16 luglio 2023

No, ieri non ce l'ho fatta a scrivere, la giornata è stata veramente lunga (proprio nel senso dei km) e siamo arrivati in albergo alle 20:00, proprio all'ora della chiusura della cucina.
Il fatto è che abbiamo perso più di due ore, insieme ad altri tre motociclisti locali, a cercare un distributore, arrivando, tutti, al limite dell'autonomia.
Di uno, il proprietario era andato a trovare la mamma... 😒 di un altro, invece, avevano spento la cassa automatica senza motivo apparente... insomma, 100 km e svariate attese prima di trovarne uno funzionante, grazie ai compagni locali, gentilissimi e molto premurosi nei nostri confronti.

Non potrò dire di aver percorso proprio tutta la NC500 ma alcune parti le ho percorse anche tre volte! 😄

Sì, devo ammettere che la NC500 è una strada, o meglio un itinerario, che deve far parte del portfolio di qualsiasi motociclista. Molto eterogenea nelle tipologie di strade, attraversa paesaggi che lasciano letteralmente senza fiato: laghi, montagne, fiordi, pianure... quasi nessuna costruzione per decine e decine di km ma tanta fauna, soprattutto pecore ma anche uccelli, lepri, cervidi, bovini...
Più volte mi sono chiesto il motivo per cui certi tratti siano stati costruiti: sembrano portare da nessuna parte.

Gran parte delle strade, qui, corrono nel nulla su una sola corsia per entrambi i sensi di marcia, con spazi per fermarsi, ogni 100 metri circa, per far passare chi viene incontro o per favorire i sorpassi.
Il fondo, sulle parti one track non è sempre dei migliori, però... non ci si può lamentare.

I tre motociclisti con cui abbiamo viaggiato alla ricerca del sacred petrol station erano di ritorno da un giro dove ci hanno raccontato di aver preso tantissima pioggia mentre noi viaggiavamo non proprio sotto il sole ma, comunque, all'asciutto. Quando ci siamo salutati, noi abbiamo preso la direzione da cui loro arrivavano e abbiamo incontrato frane e smottamenti un po' ovunque: di acqua ne avevano presa proprio parecchia.

Abbiamo alloggiato in un hotel di Strathpeffer che doveva essere di lusso negli anni '60 e che oggi mantiene quel fascino retro' mostrando, però, i suoi anni.

Oggi, viste le pessime previsioni, avevamo deciso di fare poca strada ma, grazie anche al mio GdM, siamo riusciti a fare 180 km sotto una pioggia incessante e tutt'altro che leggera. Siamo arrivati a Dornie wet to the bones, abbiamo visitato il castello di Eilean (utilizzato in molti film importanti, tra cui Highlander, Rob Roy...) per poi re-incontrare una coppia di giovani motociclisti olandesi conosciuta a John o' Groats, con i quali pare stiamo condividendo buona parte delle vacanze (anche loro partiti da Rotterdam).

Avevo prenotato quello che, secondo Booking, pareva essere un bel B&B a 600mt. da dove ci trovavamo ma, dopo aver pagato (150 sterline) ho scoperto che si trova a più di 100 km. Evidentemente il GPS del mio telefono non si era aggiornato e io non sono stato attento ma ciò che è peggio è che l'hotel in cui mi trovavo aveva posto (infatti ora mi trovo lì), più o meno per la stessa cifra... soldi buttati.

Domani... se il meteo accompagnerà, ci troverete su e giù per le Western Highlands, sull'isola di Skye.

Ora siamo in albergo a cercare di asciugare, se non proprio le ossa, almeno le mutande.

Per la cena c'è tempo dalle 18:00 alle 20:30 però ci hanno detto che, se non prenotiamo al massimo per le 18:30, rischiamo di non trovare più nulla da mangiare (birra ne hanno), così, tra una mezz'ora, avremo le gambe sotto il tavolo.

Per gli amanti delle statistiche:
sabato: 400 Km e passa, 7-8 ore di moto e un paio di pieni scarsi di benzina;
domenica: quasi più di 180 km, tre ore sott'acqua e meno di un pieno di benzina.

NC500





Overlook Hotel... pardon... Highland Hotel a Strathpeffer



Dornie e il castello di Eilean


 
Dimenticavo

Lunedì 17 luglio 2023

Oggi tempo scozzese: sole, pioggia, sole, pioggia, sole, pioggia... e via così, tutto il giorno.
Abbiamo fatto un bel giro dell'isola di Skye, con visita al castello di Dunvegan e ai suoi giardini.
Poi, di castelli, anche basta, anche perché, in due, a 30 sterline per volta... alla fine me ne devono dare uno! Belli, eh?! Ma, dopo un po', si assomigliano tutti.

Carino il porticciolo di Portree, mentre quello di Uig, da cui speravamo di imbarcarci per andare a vedere i puffin (pulcinelle di mare) era chiuso per manutenzione al molo.

Dopo la visita al castello ci siamo diretti a sud per prendere il traghetto a Armadale per Mallaig dove abbiamo sperato, invano, di trovare un posto per dormire. L'abbiamo trovato 60 km (di pioggia) dopo, a Fort William, in una bella guest house proprio davanti al braccio di mare che qui forma uno stretto fiordo.

Oggi strade sempre ampie e dal fondo raramente rovinato, con tratti che invitano a spingere un po' di più, non fosse che, guidando a sinistra, ad ogni curva, quando vedo spuntare veicoli che arrivano dalla parte sbagliata, il mio polso si alza sempre automaticamente, d'istinto, prima che io possa pensarci.

Domani improvviseremo abbastanza, sono previsti un altro paio di traghetti per arrivare a Oban dopo aver attraversato l'isola di Mull.

Per gli amanti delle statistiche:
all'incirca 330 Km giusti giusti, 5 ore di moto e un po' di benzina.

Isola di Skye







Portree


Castello di Dunvegan








Traghetto Armadale-Mullaig


Un'ultima birra a Fort William

Martedì 18 luglio 2023

Oggi pochi km e pochissima pioggia, anzi, parecchio sole. La lavata non è mancata ma è stata quasi piacevole.

La notte a Fort William è stata molto tranquilla e riposante, così siamo partiti non tanto tardi alla ricerca di un posto dove fare colazione e abbiamo trovato un angolino nascosto, proprio dopo un paesino chiamato Strontiam, seguendo una stradina cieca, a destra (verso nord), che si chiama Ariundle Centre. Pare che a gestirlo sia una anziana e simpaticissima signora, coadiuvata dalla sua gatta, di 22 anni, sorda come una campana. La gatta, non l'anziana!
Sembra una via di mezzo tra un circolo ricreativo ed un ostello, con bar e ristorante, dove tutto è fatto in casa e dove viene lavorata la lana delle pecore di loro proprietà.
Non abbiamo fatto foto... prima del caffè (ma anche dopo) le idee geniali non ci vengono proprio, però potete trovarne qui.

Approfitto per raccontarvi che Strontian è il paese che, avendo una miniera di piombo lì vicino dove è stato scoperto il nuovo elemento chimico, ha dato il nome allo stronzio, che a scuola ci ha strappato qualche sorriso ma il nome Strontiam deriva dal gaelico Sròn an t-Sìthein, che significa naso della collina delle fate.

Ritornati sulla via principale (si fa per dire) ci siamo accorti di essere su una delle più belle strade percorse in questi giorni, l'ho censita col nome Single Track Road Loch Sunart North e, se capita di passare in zona, non perdetevela per nulla al mondo.

La strada è una single track road, una delle tante in Scozia (come avevo già scritto sopra, una sola corsia per entrambi i sensi di marcia e slarghi ogni cento metri circa per far passare chi arriva dall'altro senso o per farsi sorpassare da chi è più veloce) e termina praticamente sul molo di Kilchoan (di fatto è l'unica strada che arriva a Kilchoan).
Lì abbiamo preso il traghetto per l'isola di Mull che, a partire dalla cittadina di Tobermory dove abbiamo sbarcato, è una gemma della collana di isole scozzesi.

A Tobermory ci siamo fermati per pranzo per poi ripartire verso sud, sull'ennesima stupenda single track road, verso Craignure, dove un altro traghetto ci ha portato alla destinazione di oggi: Oban.

Oban è una cittadina turistica ma non in modo sguaiato, anzi, parecchio elegante nella sua semplicità, con un angolo di mare chiuso in un piccolo fiordo che lascia incantati.

Un'ottima birra e un haggis nel vecchio pub, una passeggiata, poi a nanna: domani si veleggia verso Glasgow, che abbiamo deciso di saltare, attraversando e visitando il Vallo Antonino, per poi rientrare in Inghilterra.

Per gli amanti delle statistiche:
su per giù 150 Km, 4 ore e mezza di moto e non tanta benzina.

L'ultimo distributore prima di Kilchoan (e prima di Strontiam)

La strada tra Strontiam e Kilchoan





Traghetto per Tobermory



Tobermory

Traghetto per Oban


Oban


Relax nel Oban Inn

Mercoledì 19 luglio 2023

Riguardo a oggi c'è poco da dire. Fatta colazione ci siamo diretti al Vallo Antonino, dove abbiamo scoperto che c'è poco da vedere ma molto da camminare. Ripresa la moto abbiamo puntato verso il Vallo di Adriano ma la stanchezza accumulata ci ha spinto a cercare un posto dove fermarci e... l'abbiamo trovato a Glasgow, dove non volevamo andare.
Va beh... tanto vale approfittarne per riposare.
A domani.
Per gli amanti delle statistiche:
quasi più di 190 Km, 4 ore di moto e meno di 10 l. di benzina.

Giovedì 20 luglio 2023

Oggi niente Strade da Moto, solo autostrada (gratuita) scozzese/inglese.
Su strada normale solo il pezzo che porta dall'autostrada al Vallo di Adriano. Il pezzo che corre a fianco del muro è molto bello ma non classificabile come Strada da Moto a causa del giustificatissimo limite a 30 Mph, date le molte bici ed i molti pedoni. A tratti si infila in boschetti che fanno venire in mente la famosa selva oscura.

Quindi, da Glasgow a Brampton (Vallo di Adriano), poi a Blackpool.

Prima di arrivare al forte romano di Brampton, ci siamo fermati a visitare il Priorato di Lanercost o, meglio, i suoi resti: 9 sterline a testa per la visita ci sono sembrate molte ma poi... ne è valsa la pena.

I resti del muro danno un'idea della grandiosità dell'Impero, anche se crediamo che le pietre mancanti siano state utilizzate nel corso dei secoli dagli allevatori locali per costruire i loro muretti a secco di confine. 😉

Blackpool, almeno nella sua parte centrale, fronte mare, è un enorme paese dei balocchi, piena piena di famigliole over-weight a caccia di donuts, zucchero filato, patatine fritte... ma lasciandosi alle spalle quell'area, ci è sembrata una città carina.

Il molo nord (North Pier) è bellissimo e offre una vista, tutt'intorno e sul tramonto, molto bella.

Ma lasciamo parlare le foto.

Per gli amanti delle statistiche:
350 Km e rotti, 4 ore di moto e meno di un paio di pieni di benzina.

Priorato di Lanercost






Il Vallo di Adriano (e i suoi splendidi dintorni)









Blackpool


Un po' di elio terapia

Venerdì 21 luglio 2023

Almeno uno dei due lettori che seguono questo blog si sarà accorto che questa parte del nostro viaggio è più culturale, diciamo così. Sì, perché anche se le strade sono pregne di cultura, visitare una città, i suoi luoghi particolari o storici, copre altri aspetti culturali.

Oggi ci siamo spostati da Blackpool a Oxford, da quella che ho già definito il paese dei balocchi (badate bene, senza conoscerla affatto ma avendoci passato una sola serata) a quella che è per definizione una delle sedi principali della cultura.

Domani la visiteremo ma questa sera abbiamo già avuto un gustosissimo assaggio di cultura, magari meno universitaria ma non per questo meno interessante. Siamo alloggiati in una guest house alla periferia di Oxford e, a 20 minuti a piedi, abbiamo casualmente trovato un pub fantastico, una vera public house, con cucina, ambienti interni, un meraviglioso patio e una green zone di fronte. A condire il tutto, una festa di compleanno, nella green zone, con gente del luogo che suonava e persone che intrattenevano i bambini, tenendoli lontani dalla nostra comfort zone. Ecco, abbiamo vissuto per qualche ora la cultura locale, fatta di momenti di aggregazione che noi, con la scomparsa delle osterie, abbiamo un po' perso.

Sintetizzerei così: buon cibo, ottima birra (quella che è buona senza bisogno che sia gelata) e tanta cordialità.

Strade, quindi, oggi niente di che: siamo entrati in autostrada col sole, quindi senza anti pioggia, per trovarci immediatamente bloccati nel traffico e vedere il tempo cambiare come solo qui sa cambiare, volgendo dal sole all'acquazzone in un attimo; nessuna possibilità di fermarsi (se non sulla corsia di emergenza ma... con visibilità scarsa evitiamo volentieri) fino al primo autogrill... una trentina di miglia più avanti.
Zuppi fino alle mutande ed oltre, ci siamo messi le anti pioggia che, da quel momento, non hanno più permesso all'acqua di uscire e, dopo una mezz'ora, appena ha smesso di piovere siamo ripartiti ma... ha ripreso subito. Il traffico è rimasto pesante e dopo un'altra sessantina di miglia abbiamo deciso di lasciare l'autostrada, approfittare per fare pranzo in un ristorantino locale, toglierci le anti pioggia per lasciare asciugare un po' ciò che c'era sotto (noi) e proseguire fuori dall'autostrada fino a Oxford.

Siamo a circa 4 miglia dal centro che, domani, proveremo a raggiungere con i bus locali: le fermate sono proprio davanti alla nostra camera.

Per gli amanti delle statistiche:
A spanne, direi 330 Km, 5 ore di moto e un pieno e mezzo di benzina.

La chiesa di Saint Peter, andando verso il Pub


Il pub The Plough (l'aratro)



Momento culturale

Sabato 22 luglio 2023

Chi pensa che sei ore in moto sotto la pioggia siano stancanti, non ha mai fatto una visita a Oxford di sei ore (sotto la pioggia).

Come previsto, ci siamo mossi in bus: comodissimo e semplice da capire (anche grazie all'app dedicata).
Siamo arrivati in centro che ancora non c'era nessuno e vedere le strade di Oxford ancora vuote è stato molto bello, anche perché, nel giro di un'ora, si sono riempite all'inverosimile: manco a Firenze nell'ora di punta! Soprattutto turisti dal sud est asiatico.

C'è molto, da vedere, e sicuramente sarebbero necessari più giorni ma... con un giorno solo a disposizione, abbiamo visto quel che siamo riusciti. Peccato per la pioggia e per il vento, che ha anche distrutto l'ombrello che avevamo acquistato a Edimburgo.

Interessante la visita al castello/prigione così come quella al Ashmolean Museum. Salire sulla torre della chiesa universitaria è stata un'esperienza... affaticante ma ben ripagata dalla vista sulla città, tutto intorno.

Per pranzo abbiamo trovato posto in un pub, in centro, utilizzato in una serie televisiva, ambientata ad Oxford negli anni 60 (Il Giovane Ispettore Morse) a cui Roz è appassionata (e un po' anch'io): The White Horse.

Stanchi ma soddisfatti, terminiamo questa giornata ritornando al pub scoperto ieri. Causa pioggia ci sistemiamo all'interno che scopriamo essere stupendo.

Domani inizia ufficialmente il rientro, verso Dover, dove prenderemo un traghetto per Calais o per Dunkirk... quel che c'è.

Per gli amanti delle statistiche:
8 Km in bus, zero ore di moto e niente benzina.

Strade vuote a Oxford



La chiesa universitaria


Panoramiche dalla torre




La cappella/cripta medievale del castello

Un passaggio nelle carceri

The White Horse

Il mio amico Satan (al museo)

Last Oxford beer

Domenica 23 luglio 2023

Partiti sotto un pioggerellina fine fine alla ricerca di un luogo dove fare colazione, senza volerlo ho inflitto a Roz 80 km a stomaco vuoto, infatti ci siamo fermati alla nostra prima meta di oggi: l'Ace Café di Londra. Quale posto migliore per la prima colazione? Era anche uscito un tiepido sole.

Ammetto che temevo di trovare un posto di maniaci e invasati, invece no, non è come temevo ma come speravo: un luogo pieno pieno di cordialità e disponibilità, di amici che non sapevi di avere.
Oggi era una giornata dedicata alle trike, quei buffi mezzi che ho sempre ritenuto coniugare alla perfezione le scomodità della moto e quelle dell'auto, ma il numero di moto era comunque alto e la mescolanza tra bi e tri-ruotati completa.

Ci siamo fermati parecchio, perché... si stava proprio bene.
Dopo aver acquistato i souvenirs (maglietta, patch, adesivi) a prezzi da gioielleria, ci siamo diretti verso Dover, già sapendo di dover circumnavigare Londra, visto che l'ingresso è ormai praticamente impossibile con mezzi a motore.

Una trentina di miglia sul GRA di Londra (Ring Road), tutte (ma proprio tutte!) con limite a 20 Mph (32 Km/h), un velox ogni 500 metri (o anche meno) e una sequenza di semafori perfettamente sincronizzati: preso rosso il primo, li prendi rossi tutti. Se sento ancora qualcuno lamentarsi per le zone 30 in Italia, lo spedisco dritto a Londra a girare per una settimana! (Con un po' di fortuna, dovrebbe riuscire a fare un paio di volte Ring Road).

Come se non bastasse, GdM ha pensato bene di portarmi ad attraversare il Tamigi non su un ponte né sotto una galleria ma... su un traghetto. Peccato che, dove mi ha portato, i traghetti non partano più da un po'. 😞 Così siamo tornati indietro (sì, sempre a 20 Mph) fino al primo tunnel.

Insomma: a Londra ci siamo rimasti mezza giornata.

Poi abbiamo ripreso l'autostrada (eh sì, s'era fatto tardi) verso Dover, dove siamo saltati (si fa per dire) sul primo traghetto per Calais, dove passeremo la notte.

In questo viaggio, dopo aver preso sei traghetti, mi sento di fare una raccomandazione a tutti: se prendete un traghetto, quando lasciate l'auto non inserite l'antifurto, intanto la macchina da lì non ve la muove (né ve la tocca) nessuno ed eviterete a tutti di fare il viaggio con un ininterrotto concerto di sirene tanto utili quanto simpatiche.

Questa sera, in un carino Logis appena fuori Calais, abbiamo definito la meta di domani: Reims.

Per gli amanti delle statistiche:
250 Km (miglio più - miglio meno), 5 ore di moto e un pieno di benzina.

Ace Café - Londra




Dover - Calais



In-continente

Lunedì 24 luglio 2023

Abbiamo lasciato Calais sotto un timido sole dopo aver fatto un giretto in centro e colazione in una boulangerie da primo premio assoluto. Direzione Reims ma... il sole era troppo timido e non ha esitato a ritirarsi quando si è presentato un bell'acquazzone, fortunatamente subito prima di un'area di servizio, che ci ha accompagnato per diversi km, per poi lasciare il posto, a sua volta, ad un sole più coraggioso ma accompagnato da venti molto forti, roba da viaggiare in piega sui rettilinei, facendo attenzione a mantenere la corretta direzione.

Reims si è mostrata subito per quello che è: un patrimonio dell'umanità Unesco, non per caso.

La sua cattedrale lascia letteralmente senza parole, sia all'esterno sia all'interno. Passeggiare per le strade della città è estremamente rilassante e la zona centrale, dove alloggiamo, ha un qualche via coperta da tettoie in vetro e un paio di viali chiusi al traffico pieni di ristoranti dove non è difficile trovarsi a chiacchierare con gli avventori dei tavoli a fianco, un po' in francese maccheronico, un po' in inglese maccheronico... ma in modo maccheronicamente piacevole.

Domani punteremo all'ultima tappa di questo viaggio che, oggi, abbiamo deciso essere Beaufort... per fare scorta di formaggio ma, se il tempo sarà inclemente, potremo sempre cambiare idea.

Per gli amanti delle statistiche:
280 Km, 3 ore - 3 ore e mezza di moto, un po' di benzina e catinelle d'acqua.

La boulangerie dei miei sogni - Calais

Calais


La cattedrale di Reims







Reims


e... ça va sans dire.

Martedì 25 luglio 2023

...e infatti, abbiamo cambiato idea. Ma non di molto.
Siamo partiti sotto l'acqua, la quale non ha rappresentato un grosso problema, anzi, quando ha smesso di piovere è venuto il difficile, con venti fortissimi da destra che imponevano velocità molto limitate. Poi, a metà strada, il sole si è fatto più stabile e il vento accettabile. Comunque, all'ora di pranzo, visto che in serata erano previste piogge tra Albertville e Beaufort, abbiamo deciso di anticipare la tappa ad Albertville.

Oggi è stata una giornata di spostamento, di avvicinamento a casa, quindi 650 km di autostrada e basta. Poco da raccontare, se non che rientrare nelle nostre Alpi dà sempre un'emozione particolare.

Cena in un locale che avevo già avuto modo di provare e che consiglio a tutti: la brasserie Le Gauloise, qui ad Albertville.

Domani, dopo esserci comunque fermati a Beaufort per acquistare un po' del loro formidabile formaggio, cercheremo di compensare tutta l'autostrada di oggi con qualche gioiello delle Strade da Moto: il Cormet de Roselend , l'Iseran e il Moncenisio, per arrivare, poi, a casa.

Per gli amanti delle statistiche:
650 Km, 6 ore e mezza di moto e quasi 4 pieni di benzina.

Le dernier à Le Galuoise

Mercoledì 26 luglio 2023

Dopo colazione, pochi km per arrivare alla Coopérative Laitière du Beaufortain per fare scorta del loro ottimo formaggio (il Beaufort, io ne vado matto), poi avanti a compensare almeno un po' dell'autostrada fatta ieri.

Il tempo è stato buono per tutto il giorno, anche se a tratti un po' freddo e a tratti un po' troppo caldo. Saliamo per il Roselend con strada praticamente libera, anche se per terra è un po' bagnato dalla pioggia notturna, la guida è una goduria. Lo spettacolo anche, come sempre.

Scesi a Bourg Saint Maurice prendiamo per l'Iseran e, giunti a Val d'Isere, a 1800 metri slm, la temperatura è già scesa a 8°. Aggiungiamo qualche strato al nostro abbigliamento e ripartiamo. Abbiamo fatto bene: in cima, 970 metri più in alto, si vede che ha appena nevicato e ci aspettano 3°... a mezzogiorno.
È mercoledì, quindi il traffico scarsissimo e la strada bellissima, tutta per noi.

Scendiamo verso Bonneval sur Arc, dove ci fermiamo a mangiare un po' di tipicità savoiarde e ripartiamo verso il Moncenisio. Altra salita strepitosa con finale che ogni volta è a sorpresa: il lago ed il suo particolare ed inconfondibile colore.

Il tempo di un paio di foto, poi giù, non proprio alla volta di casa ma, visto che è di strada, del concessionario Aprilia, per cambiare la lampadina dell'anabbagliante, già sostituita prima di partire e fulminata oggi (stamattina funzionava). Stupito anche lui per la poca durata della lampadina, ha deciso di sostituire anche il fastom perché un po' annerito... probabilmente faceva un falso contatto che bruciava le lampadine. Vedremo. Intanto le temperature sono radicalmente cambiate: dai 3° di mezzogiorno ai 31.5° delle 15:30.

In tutta la strada fatta (vedi sotto la parte per gli amanti delle statistiche), solo una lampadina bruciata: Madi è stata eccezionale.

Per gli amanti delle statistiche:
all'incirca 315 Km, 6 ore di moto, un pieno e rotti di benzina.

Cormet de Roselend

Iseran



Moncenisio






Verso Torino

Casa

...sono ancora in vacanza.


Epilogo

Sarà banale dirlo (figuriamoci scriverlo) ma le vacanze sono sempre troppo corte. Avrei continuato per giorni... settimane... mesi...

Che cosa resta?

Restano negli occhi e nella memoria, i bellissimi paesaggi di tutta la Scozia, diversi tra Highlands e Lowlands ma non necessariamente uno migliore dell'altro.
Resta il piacere di essere sempre stati tra gente molto amichevole e sempre disponibile.
Restano sapori diversi da quelli a cui siamo abituati ma altrettanto buoni.
Resta un'altra tessera, coloratissima, aggiunta al puzzle delle esperienze.
Resta... la voglia di partire, per continuare il nostro viaggio.

Per gli amanti delle statistiche:
all'incirca 5.800 Km (più 400 in traghetto), 85 ore di moto, 25 pieni di benzina (325 l... litro più / litro meno).