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martedì 6 agosto 2019

Transfagarasan 2019 - Il sogno nel bauletto


Giorno Zero

06/08/2019 - La sera prima di partire per un viaggio che si sogna da anni, che si è progettato e riprogettato mille volte, che si è preparato con attenzione, cercando di avere la moto il più a posto possibile e di non dimenticare nulla. (Presto fornirò l'elenco delle cose dimenticate).
In solitaria, perché come diceva Fabrizio de Andrè: La solitudine può portare a forme straordinarie di libertà.

Questa sera solo la presenza di Max, ch'è venuto a celebrare la partenza, ha aiutato a stemperare la tensione: quant è bello avere un amico?!

Anche l'interessamento telefonico di Matteo, che ti fa capire che per qualcuno quello che fai conta, ha un senso. Quant è bello avere tanti amici?!
Va beh... bando alle ciancie.

Lo ammetto, la tensione è quella del ragazzino la sera prima del suo primo giorno di scuola, o della gita scolastica, dell'esame di maturità...

Dieci giorni a disposizione, per quasi 4.000 km (parto da Cuneo) studiati passo-passo ma che potrebbero tranquillamente essere stravolti da decisioni del momento (...forme straordinarie di libertà).

Il primo e l'ultimo giorno saranno di una noiosità totale: 1.300 km di autostrada italiana. In effetti sono avvantaggiato quando vado in Francia o verso la penisola iberica ma per l'est Europa mi devo attraversare il nord Italia, che sarebbe anche bello, se uno avesse tempo.
Ci ripenseremo una volta in pensione, per ora attraversiamo così, in autostrada.

Poi qualche breve tratto autostradale credo che lo potrò fare anche all'estero. Ecco la situazione per ogni paese che toccherò (o che potrei toccare):


PaeseSistemaCostoSi dice...
SloveniaVignetta7,50€/sett.Vinjeta
UngheriaVignetta9,00€/meseAutopaja matriza
RomaniaVignetta3,00€/sett.Rovinieta Moto esentate... Hurrà!
Serbiasi paga il pedaggio
Croaziasi paga il pedaggio
Bosniapare non ci siano pedaggi

Non vi tedierò col contenuto di bauletto e borse laterali ma riepilogo a grandi linee l'attrezzatura:
  • Aprilia Shiver 900 del 2018 (23.000km);
  • Gomme Michelin Road 5 nuove;
  • Scarichi Roads Italia Projsix Titanium;
  • Bauletto V47;
  • Borse laterali morbide GIVI EA101B;
  • Casco Caberg Duke;
  • Anti pioggia Tucano Urbano;
  • Navigatore Garmin;
  • Telecamera Rollei;
  • Supervisione tecnica: Galfrè Moto.
Ora a dormire... si spera.

Seguitemi qui e su LocOf.

Giorno Uno


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07/08/2019 - Partenza leggermente ritardata: tirare lunga la serata, in splendida compagnia e con buona birra, è bello ma poi il risveglio presenta il conto. Niente di grave: alle 08:00 sono partito, con il cielo coperto, per una giornata che già sapevo sarebbe stata noiosa: 600 km quasi tutti di autostrada, almeno da Asti a Gorizia. E, come si sa, in autostrada i lavori si fanno ad Agosto.

Tre soste per tre pieni: la prima, breve, vicino casa, la seconda, una mezz'ora quasi a Cremona e la terza un'altra mezz'ora a Venezia, dove ho incontrato Giuseppe, che ha riconosciuto il mio gilet: due chiacchiere e una stretta di mano: buona strada.

Ad Asti quattro gocce di pioggia (le ho contate), poi lentamente verso il sole e il caldo, passando dai 21° di Asti, appunto, ai 30° verso Venezia.

Poi, da prima di Latisana, fin quasi al confine, restringimento a due corsie strette e traffico, traffico, traffico...

Da dove sono passato io, l'entrata in Slovenia si nota grazie alla piccola costruzione rossa che dà nome al valico, con pezzo di strada coperta, che conteneva gli uffici di frontiera. Oggi non c'è più bisogno dei controlli alla frontiera: è tutta Europa. Procedo senza fermarmi e in pochi minuti sono all'hotel, a buttare giù due righe, prima di dimenticare tutto, e poi a riposare.

I totali di oggi, 7 agosto 2019
Km. percorsi: 618
Tempo: 6h 45'
Velocità media: 91 Km/h
Carburante: 35L - 59€

(Giornata noiosa, ve l'avevo detto!)

A domani, sempre qui e su LocOf.


Giorno Due


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08/08/2019 - Oggi volevo arrivare il più vicino possibile all'Ungheria poi, vuoi il meteo, vuoi il traffico, vuoi le strade... non sono riuscito a fermarmi e sono arrivato nel cuore dell'Ungheria, in linea d'aria sono a una cinquantina di km a sud di Budapest, in mezzo al nulla, circondato da posti dai nomi impronunciabili.

In realtà, giunto a Székesfehérvár volevo fermarmi e cercare un posto per dormire ma poi mi sono immaginato il dialogo con Roz:

- Ciao Mario, dove sei di bello?
- ...

Al che ho deciso di proseguire fino a Tass, così ho trovato questo motel, in realtà situato a Szalkszentmárton ma... vicino a Tass. Più facile!

Dopo tutta l'autostrada mangiata ieri, i primi 2 km di questa mattina sono stati una boccata d'ossigeno e raggiungere il passo Hrusica mi ha letteralmente mandato in iperventilazione: che strada magnifica! Devo dire, subito, che la Slovenia ricorda molto la Svizzera, con meno montagne, certo, ma con lo stesso ordine, la stessa pulizia, lo stesso rispetto per l'ambiente e per le regole. La strada di Hrusica, salvo qualche piccolissimo tratto, è liscia, pulita e ben disegnata. Piovigginava, quella pioggerella stupida che non riesce a bagnarti, però è stata divertentissima ugualmente!

La pioviggine era il fronte dei temporali che mi seguivano: davanti a me il sole, negli specchietti il cielo nero rotto ogni tanto dai fulmini, a volte un po' di gocce sulla visiera e temperature abbastanza basse. Non mi ero messo il gilet ad alta visibilità perché ieri avevo avuto caldo: mi sono dovuto fermare per mettere il gilet e anche il foulard!

Sceso a Kalce la strada si è fatta più... normale, con l'attraversamento di tanti paesini e villaggi, magari un po' noiosa dal punto di vista della guida ma con viste e panorami molto interessanti.

Man mano che ci si avvicina alla capitale Lubiana (Ljubljana), il paesaggio si fa un po' più... slavo poi, quando ci si riallontana, si torna nella Svizzera balcanica. Uno dei punti più interessanti (per quanto ho visto io) lo si raggiunge senza dubbio alla cittadina termale di Ptuj. Non mi sono fermato perché avevo il temporale che mi seguiva (e a volte mi raggiungeva) ma certamente ne vale la pena!

Ad un tratto, ormai in pieno sole, ma con una temperatura di 24 gradi, ho visto il cartello con scritto Magyarország nel mezzo delle stelle europee su sfondo blu e ci ho messo un po' a realizzare che ero arrivato in Ungheria.

Il paesaggio è cambiato tanto radicalmente quanto improvvisamente. Dalla Svizzera si è passati... a una Scania in minore: villaggi fatti di innumerevoli casette mono-famigliari bellissime, pur nella loro apparente trascuratezza.

Già! Qui ho intenzione di fare un po' di autostrada, devo acquistare la vignetta, la autopaja matriza, così vedo un piazzale di fronte a un negozio e mi fermo per chiedere informazioni. Chiedo a un ragazzo giovane ma... non parla inglese, non ci capiamo. Trovo una coppia giovane con bimbi e... parlano inglese! Yuppiiii! Ma sono turisti e non sanno dove comprare la vignetta.
Altre persone a cui mi rivolgo non parlano inglese. Decido di entrare nel negozio ma non ho il tempo di farlo che ne esce un signore che mi viene incontro con l'atteggiamento di chi si aspetta la domanda e, la mia domanda è:

- Du iu spic inglisc?

Mi risponde "na", seguito da un paio di minuti di parole e gesti incomprensibili. Allora gli dico
- Vinieta... autopaja matriza...

Lui mi fa un segno che inequivocabilmente significa "qui", seguito da "na".
Poi credo che mi mi spieghi, in altri due minuti di magiaro stretto, dove andare a comprarla. Ringrazio e prendo quella che spero sia la direzione che lui mi ha indicato, cosciente di non aver capito nulla ma con il fermo proposito di non fargli perdere quell'orgoglio che prova chi sa di essere stato utile ad altri...

Costeggio l'autostrada e, in un bar, trovo una ragazza che parla a littel bit inglisc e mi spiega, finalmente, dove andare.

Un distributore di benzina (qui in effetti sono meno diffusi che da noi). Mi chiede 1.470 Fiorini, cioè 4,75 Euro, si fa scrivere e sottoscrivere il numero di targa della moto e mi fa capire che non mi dà niente, perché è tutto elettronico. "A sì?" penso "tutto elettronico? Allora non ti do niente nemmeno io!", e pago col Bancomat. Tiè!

Entro in autostrada e ne percorro più di 150 km, fino a quando Virgilio (il mio navigatore) non mi dice di uscirne. Faccio due ragionamenti e capisco che posso ancora andare avanti un'oretta e... così faccio, poi mi fermo, stanco ma divertito, in questo motel, come ho detto nel mezzo del nulla, dove scopro che il ristorante collegato fa, tra le altre cose, il gulash! Pensa te?! In Ungheria!
Io vado matto per il gulash!!! Vedo dal menù che lo mettono a 1.100 Fiorini: 3,55 Euro. Temo che una porzione non basterà.

I totali di oggi, 8 agosto 2019
Km. percorsi: 570
Tempo: 8h
Velocità media: 71 Km/h
Carburante: 33L - 46€
Chiedo alla bella e cortese cameriera a che ora apre il ristorante e lei, che non parla inglese (né francese, né spagnolo o italiano e nemmeno svizzero!) mi fa capire che apre alle 21:00.
Così tardi le chiedo stupito? Annuisce e sorride. Le dico allora che mi riservi un tavolo per le 21:00 e le ripeto che alle 21:00 arriverò per la cena. Lei sorride e annuisce.
Prendo una birra, vado in camera e mi metto a scrivere. Affamato.

Ora Locof non risponde, così non riesco a prendere l'immagine della traccia né km e tempi di viaggio ma... appena torna on line faccio tutto.

Se riuscirò, facendo come oggi, domani raggiungerò la meta dell'itinerario di dopodomani e... avrò risparmiato un giorno di viaggio!

Purtroppo i sistemi di LocOf devono aver subito un crash intorno alle 16:15, così manca l'ultimo pezzetto della traccia.

A domani!

PS: Ore 21:15. La bella e cortese cameriera non ha capito un tubo! Il ristorante non apre alle 21:00, bensì CHIUDE alle 21:00. Così come il bar. Meno male che ho fatto una robustissima colazione. Buonanotte.

Giorno Tre


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09/08/2019 - Ed il terzo giorno... sono arrivato, ora inizia il mio giro.
E sono arrivato nel migliore dei modi possibili: trovando una pensione molto carina e con un meteo che, a Giove, di più non potevo proprio chiedere.

Riprendiamo la narrazione: dal motel dov'ero ieri, quello dove NON ho gustato il vero gulash ungherese. Sono partito stamattina presto diretto verso Cartisoara, terminale nord della Transfagarasan.

Tre soste, anche oggi. Durante la prima, che oltre al pieno a Madi prevedeva anche la mia prima colazione, ho incontrato tre nuovi amici di Busto Arsizio, su due moto. Cinque o dieci minuti di chiacchiere poi ci siamo separati: chissà... magari domani o dopo ci incontriamo nuovamente: avevano grosso modo il mio stesso programma. Un incontro piacevole, come spesso accade tra motociclisti.

La seconda sosta più veloce, solo per un pieno a Madi e la terza più tranquilla, giusto un boccone approfittando per vedere su Booking i prezzi di motel alberghi e pensioni in zona Cartisoara. I prezzi sono altissimi, specie per il paese in cui ci troviamo: il triplo rispetto ad altre zone della Romania. Provo a guardare qualche km prima della strada più bella del mondo e... i prezzi tornano normali.

Decido, così, di guardare a Sibiu, un'oretta prima di Cartisoara e trovo, appunto, la bella camera da cui vi sto scrivendo.
Riguardo gli itinerari e scopro che, tutto sommato, domani dovrei trovarmi una camera a Sebes, a un'ora da qui, così cambio i piani e mi tengo questa stanza anche per domani.
Come vicini di camera ho una famiglia di cicogne. Giuro: lui, lei e il pulcino!

Ricordate che al giorno zero parlavo di "giorni studiati passo-passo che potrebbero tranquillamente essere stravolti da decisioni del momento"? Ecco è proprio così, grazie alle "forme straordinarie di libertà": dapprima ho modificato gli itinerari originali, riducendo di un giorno il viaggio di andata, ora in questa bella pensioncina mi ci fermerò due giorni, grazie ad una limatina agli itinerari che avevo predisposto.
Tutto procede per il meglio.

Le strade di oggi: in Ungheria ho sfruttato tutta la vignetta, entrando in autostrada dopo un giro assurdo deciso da Virgilio (sempre lui il mio navigatore GdM) e restandoci fino al confine con la Romania, e anche un pezzo in Romania, fino a Arad, dopo aver scoperto che le moto... non pagano la vignetta! Urrà!!! Ben tre euro risparmiati.
Poi ho imboccato la DN7, in teoria fino a Soimus, dove avrei dovuto imboccare la A1 ma una strada chiusa mi ha obbligato a ricalcolare il percorso e staccare qualche santino... Così l'ho imboccata a Simeria, subito dopo Deva, e mi ha portato praticamente fino a qui.

Delle strade ungheresi ho detto qualcosa ieri, di quelle rumene... che dire... Se fosse un film sarebbe intitolato A est, sulle strade del West.
L'autostrada non è male, anzi, meglio di tante nostre che costano molto di più, ma le statali... la DN7, conosciuta anche come E68, è un'arteria trafficatissima soprattutto dai camion ma è stretta, così "usata" che camion e macchine hanno ormai scavato due corsie parallele che per noi sono pericolosissime, a tratti è stata riasfaltata ma spesso non è stata ripristinata la segnaletica orizzontale e a volte hanno utilizzato un asfalto che definirei corrugato. Insomma: da percorrere piano e con attenzione.

La fauna dei piloti, motociclisti, automobilisti e camionisti, è molto varia e non bisogna aspettarsi il rispetto delle regole ma quello per l'altro, di solito, sì. La DN7, come ho detto, è stretta ma, quando vedono arrivare un motociclista negli specchietti si spostano tutti a destra: rumeni, ungheresi, polacchi, francesi, inglesi, turchi, slovacchi, italiani... no, gli italiani no.

Il sorpasso è una pratica libera, messa in atto sempre, a prescindere dallo spazio a disposizione. Però sono gentili: se quando ti vedi arrivare incontro uno, sparato nella tua corsia, tu rallenti tanto, allora questo fa di tutto per rientrare prima di investirti!

Verso la fine della DN7 oggi c'era un bel po' di coda, così ho percorso un lungo tratto di strada in sorpasso, proprio sulla riga bianca continua, un po' di qua e un po di là, finché non ho raggiunto una macchina della polizia. Panico. Facendo finta di niente, portando il numero di giri a valori quasi negativi, mi sono accodato. Anche Madi ha abbassato gli specchietti. A quel punto la macchina della polizia si è spostata a destra, dal finestrino è uscito un braccio che mi ha fatto cenno di passare. Quando sono stato a fianco dell'auto, temendo di essere fermato, ho rallentato e guardato dentro: due poliziotti mi hanno ripetuto l'invito a passare oltre e mi hanno salutato. A est, sulle strade del West.

I totali di oggi, 9 agosto 2019
Km. percorsi: 517
Tempo: 6h 30'
Velocità media: 79 Km/h
Carburante: 30L - 40€
Bene. Qui finisce lo spostamento, ora ha inizio il viaggio, che è la vera meta.
Domani: Transfagarasan, magari in entrambi i versi, vedremo.
Dopodomani: Transalpina.
Poi tre giorni per il rientro a Trieste attraverso altre Strade da Moto che vi narrerò man mano e, infine, cacchetta di capra sulla torta, Trieste-Cuneo in autostrada! Yuppi!

A domani, qui e su LocOf!

Giorno Quattro - Transfagarasan


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10/08/2019 - Com'è tutto più calmo, dopo.
L'eccitazione lascia spazio alla tranquillità e la stanchezza impedisce quasi di pensare.
È quel momento in cui le emozioni si sedimentano e il setaccio della memoria, lasciando passare quelle più piccole, meno importanti, tratterrà quelle più forti. Per tutta la vita.
E l'eccitazione che c'era viene a mancare, lasciando un vuoto che in un primo momento viene riempito dalla tristezza che si prova quando si perde qualcosa.

Poi, piano piano, le emozioni diventano ricordi belli chiari nella mente, sui quali basiamo il nostro orgoglio o, a volte, l'imbarazzo.

Quella di oggi non è stata una sveltina, no, ci sono volute due ore per attraversare il Fagaras, da nord a sud, con un sole a volte basso ma mai troppo caldo e praticamente da solo. Due ore in cui l'abbiamo fatto più volte. Sì, perché la Transfagarasan non è UNA strada ma... più strade.

D'altra parte era facilmente immaginabile: migliaia di km in un deserto, forse, possono assomigliarsi tutti ma un centinaio di km tra le montagne non possono essere omogenei, anzi, non possono nemmeno assomigliarsi un po'.

Partiamo da Cartisoara: un paesino particolare, carino. Una sola strada, già piena di curve, tra due file di casette tutte belline e curate. Tantissime pensiunea (abbastanza care, per altro).

Ah! siete arrivati qui e non avete benzina per fare i prossimi 100 km? Bene, l'ho fatto anch'io. Tornate indietro di 3 km e, a destra della rotonda, trovate un distributore, che, essendo l'unico, vi venderà la benzina che vi serve al prezzo di un rene (prezzi rumeni, ovviamente).

Usciti da Cartisoara un rettilineo vi porta sotto le montagne. In realtà sembra che le montagne vengano incontro. Se fosse un torneo e fossimo cavalieri, questo sarebbe il momento di chiudere la visiera. Andiamo.

Si inizia tra i boschi, al fresco, il fondo non è malaccio e le curve sono eccezionali: nessun tornante stretto e nessun curvone veloce, tutte curve da affrontare pensando a quella successiva, con la moto che dondola, si muove e scorre come raramente ha fatto, prima.

A tratti l'asfalto peggiora e l'occhio non può guardare troppo lontano: meglio chiudere un po' il gas, sono tratti abbastanza brevi.

Come sempre, all'aumentare dell'altitudine, la vegetazione diminuisce e permette di vedere il lungo serpentone che s'inerpica sul fianco della montagna: è impressionante. I rettilinei si allungano un poco e molte curve si stringono. Guardando in su pare non finire mai, anche se poi, purtroppo, finisce.

Dicono sia una strada pericolosa ma, secondo me, non lo è affatto. Specie in questa seconda parte, tutto è visibile, sai sempre che cosa c'è dietro la curva, perché l'hai visto da sotto. Lo ammetto, io l'ho presa un po' veloce ma, diversamente da tante altre volte, non ho commesso errori. È facile e divertente. L'unico problema è il fondo: a volte quello qualche sorpresa te la presenta ma anche questa volta San Michelin mi ha protetto a dovere.

Arrivato in cima, pur non essendo cattolico, mi è venuto in mente il passo del vangelo che parla di Gesù che scaccia i mercanti dal tempio. Una fila di casettine di legno stile mercatini di natale che vendono tutte, grossomodo, le stesse cose, a prezzi quintuplicati rispetto a quel che si vede a una cinquantina di km di distanza: salsicce, formaggi, miele, acqua, adesivi e minerali di ogni altra parte del mondo...

Non mi fermo, in realtà mi sono già fermato un po' di volte a fare delle foto e questo spettacolo in cima mi mette tristezza.

Inizio la discesa. Completamente diversa dalla salita, e non solo per la presenza di un paio di gallerie. La prima è abbastanza lunga e buia e i miei occhiali, col sole di fronte, erano diventati belli scuri. Risultato: l'ho fatta come ad occhi chiusi. Fortunatamente mi sono venute incontro un paio di auto, indicandomi involontariamente la retta via.

Poi, lunghissime e ampissime curve, quasi rettilinei, con un colpo d'occhio sulla valle che lascia a bocca aperta.

La discesa è abbastanza veloce (in tutti i sensi) e quando ricomincia la vegetazione, complice anche l'ora, inizia a presentarsi un po' di traffico in senso contrario. Sorpresa: poche moto e tante, tantissime auto. Scendendo si arriva ad una diga, quindi ad un lago artificiale, meta di molti turisti, mi par di capire, locali in cerca di un po' di refrigerio. Solo che i turisti locali, qui, sono tutti rumeni e il loro concetto di parcheggio non coincide con il nostro. Noi il parcheggio lo cerchiamo, a volte lo creiamo. Loro no, per loro è naturale, come... come cagare. Infatti cagano la macchina dove si trovano. Non esagero!

A causa delle macchine lasciate in mezzo alla strada, io e un collega ungherese (un manico su una HD, su quelle curve, da paura!) siamo stati fermi una decina di minuti, finché lui ha mandato la sua compagna a bloccare il traffico che saliva, permettendo a noi, due moto, di passare. Le auto no, loro non ce l'hanno fatta comunque.
Dalla diga in poi il tracciato è bello ma non l'ho potuto godere al meglio a causa del traffico.
C'è da dire che, come ho scritto ieri, tutti fanno passare le moto. Salgono sul guardrail ma ti fanno passare.

Arrivato in fondo sono andato fino a Curtea de Argeș. Volevo fare pausa, in fondo a colazione avevo preso solo un cappuccino, avevo sete, fame e voglia di riposare un po'.

Mentre Cartisoara è un paesino, Curtea de Argeș è un paesone. Il luogo dove, finora, ho visto il maggior numero di donne con gli abiti e l'aspetto tipici da zingara. Ho mangiato un boccone di street food: due salsicce con pane e senape e una bottiglietta d'acqua, tutto per 1,58 Euro. Ho preso altre due salsicce per un euro circa.

Fino alle salsicce non avevo deciso se proseguire, per tornare a Sibiu su strade normali, o se tornare indietro, per vedere la Transfagarasan anche nell'altro senso. Ho deciso di tornare indietro, non sui miei passi ma aggiungendo nuovi passi al mio cammino.

È stata una scelta giusta e sbagliata. Sbagliata perché ho trovato solo un traffico pazzesco, generato da tutti i turisti in auto, camper e pullman(!) della domenica che hanno creato code lunghissime! Giusta, perché un'idea di come sia la strada da sud a nord, me la sono fatta comunque e giustissima perché adesso posso darvi un consiglio importante: non fate la Transfagarasan nel fine settimana (se non al mattino presto).

All'altezza della diga era il caos e in cima sembrava di essere all'uscita dello stadio alla fine della finale del mondiale. C'erano i vigili a regolare il traffico!

Bene, avrei finito. Solo un piccolo imprevisto: ritornando, dopo Cartisoara, sento un grosso insetto sbattere contro il mio collo, passato tra il casco e il colletto della giacca. Lo sento muovere, peloso. Sento un male cane! Mi fermo e mi guardo nello specchietto: è un'ape. La spingo via e cade a terra.

I totali di oggi, 10 agosto 2019
Km. percorsi: 341
Tempo: 7h 45'
Velocità media: 44 Km/h
Carburante: 20L - 25€
Titolo del giornale locale:
Clash între un motociclist și o albină. Animalul a fost rănit și albina a murit din păcate.
(Scontro tra un motociclista e un'ape. L'animale è rimasto ferito mentre l'ape, purtroppo, è morta.)

A domani, qui e su LocOf!

Giorno Cinque - Transalpina


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11/08/2019 - Se in questo viaggio ci deve essere un giorno storto... beh, spero sia oggi.
Ha iniziato Virgilio, il mio navigatore GdM, ricalcolando il percorso perché ho cancellato una tappa. Peccato che il nuovo percorso non prevedeva la Transalpina da nord a sud, come quello originale, bensi 200 Km. di autostrada per andare a imboccare la Transalpina da sud, arrivare fino a metà strada e poi tornare indietro. Me ne sono accorto quando ormai ero 60 Km fuori strada, così ne ho aggiunti 120 al tracciato odierno (l'appendice che vedete a sinistra, nell'immagine qui a destra).
Raggiunta la Transalpina, nervoso per l'inutile giro in autostrada, non ho pensato di verificare che l'obiettivo della telecamera fosse sgombro da insetti, così tutto quanto filmato è inutilizzabile.
Infine, giunto quasi in cima, scopro che la strada è chiusa per una gara automobilistica di drifting! Me lo comunicano dei colleghi toscani, giunti anche loro da poco. Pare ci sia da attendere una mezz'ora, poi riapriranno. In effetti dopo mezz'ora arriva una macchina della Politia che ci fa cenno di andare: evviva!
Sì, ma dopo un paio di km siamo di nuovo fermi, all'altezza di un tratto di strada che, per metà della larghezza, è stato dedicato ai box dei partecipanti alla gara. Senso alternato, quindi, così stiamo un'altra mezz'ora ad aspettare il nostro turno, dopo di che ripartiamo, in fila indiana e scendiamo lentamente mentre la colonna che sale si allunga a perdita d'occhio.
Insomma: la transalpina l'ho vista ma non l'ho goduta.

Se la dovessi raccontare io considererei un tratto molto più lungo di quello identificato come Transalpina, prenderei in blocco tutta la DN67C, da Sebeș fino alla DN7 (ancora lei!), poco prima di Bengești. Quasi 150 Km per la maggior parte da non perdere!
Includiamo, quindi, anche Pasul Tartarau, mentre Pasul Urdele è il punto che identifica la Transalpina stessa.

Il primo porta gradatamente in quota, tenendoci a lungo in fondo ad una valle stretta e impiegandoci circa 30 km. per passare da 800 a 1100 metri, su una strada tortuosamente divertente. Il fondo è a tratti buono e a tratti pessimo, obbligandoci spesso a cambi di andatura.
Scolliniamo uscendo dal distretto di Sibiu ed entrando in quello di Valcea ma... non ce ne accorgiamo, impegnati come siamo a tenere d'occhio il fondo. La strada, ad un certo punto, pare finire, incontrando la DN7A: allo stop andiamo a destra e da qui stiamo attenti perché dopo solo un km, la DN67C ricompare, sulle sinistra, proprio nel punto dove ha inizio la Transalpina.

L'asfalto non è recente ma è molto bello, e la carreggiata è ampia. Si inizia subito la danza e si sale, fino ad una prima tappa: la diga. Vale la pena di una sosta per foto. Poi si continua in un crescendo di eccitazione, con la vegetazione limitata ad erba alta, in mezzo a qualche branco di asini (sì, ce ne sono diversi, molto vicini alla strada e affatto disturbati dal viavai di auto, moto e persone. Alcuni si fermano ad accarezzarli).

Il tracciato è sempre ben visibile e si snoda su più rilievi vicini. Spettacolare la vista del Pasul Urdele, arrivando dalla cima precedente. Specie se fa bello, preparatevi ad un sacco di fermate, è impossibile rimanere indifferenti a viste del genere!

Pasul Urdele e i suoi tornanti ritmici, a salire al punto più alto, sul passo più alto della Romania: 2145 mt. Poi si scende divertendosi come per salire.

La bellezza è negli occhi di chi guarda, dicono. Ma lo dice chi deve elevare a bellezze anche cose non tanto belle. Nel caso della Transalpina la bellezza è lì, non negli occhi di chi guarda ma sotto gli occhi di tutti.

Molti la preferiscono alla Transfagarasan e da oggi... anch'io. La Transfagarasan ha una storia molto particolare, costruita all'inizio degli anni 70 da Ceausescu che, dopo quella della Cecoslovacchia del 1968, temeva l'invasione della Romania da parte dell'Unione Sovietica. La storia dice che per la costruzione della strada abbiano peso la vita 40 persone, tra operai e soldati. Pare, però, che sia stato fatto largo uso di carcerati e che tra questi il numero dei morti sia molto superiore. Ho sentito anche 300!

La Transalpina non offe emozioni storiche ma, vi posso assicurare, di guida sì!


I totali di oggi, 11 agosto 2019
Km. percorsi: 434
Tempo: 7h 00'
Velocità media: 62 Km/h
Carburante: 30L - 37€
A domani, qui e su LocOf!

Giorno Sei - Il bel Danubio blu


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12/06/2019 - Con ancora negli occhi la bellezza delle due strade che sono venuto a vedere, lascio l'albergo stile URSS che ho trovato qui a Drobeta - Turnu Severin diretto alle Gole del Danubio, in realtà senza sapere che cosa aspettarmi, già sazio della scorpacciata di curve e panorami degli ultimi due giorni ma dopo pochissimi km inizio a guardarmi intorno un po' stupito. Innanzi tutto il Danubio: è proprio indubitabilmente bello e blu. Poi la strada, dapprima ampia e veloce, dopo la svolta a sinistra a Orșova si fa più stretta e sinuosa, come piace a noi; infine le rocce, tutt'intorno, che concorrono alla creazione di un percorso spettacolare.

Insomma, una strada non d'altura (si sale e si scende senza mai allontanarsi troppo dai 100 mt. slm) dall'andamento molto piacevole e dai panorami eccezionali. Preparatevi a percorrerla con marce alte, un filo di gas e un miliardo di soste per fare foto.

Come sempre il fondo è incostante: a tratti appena asfaltati si alternano pezzi piuttosto rovinati. È qui, in una delle tante buche, che il supporto degli scarichi si è rotto, lasciandoli liberi di sballonzolare a piacimento su tutte le sconnessioni successive.

Fortunatamente, in un paesino chiamato Berzasca, trovo un'officina meccanica e chiedo se possono darmi una mano. Quello che mi pare essere il proprietario mi parla in italiano e mi dice di aver lavorato 12 anni in un'officina italiana. È gentilissimo, lascia tutto quello che sta facendo, coinvolge i due operai che lavorano su altre auto e tutti e tre si mettono alla ricerca del guasto. Trovato quel che resta del supporto spezzato, con un pezzo di ferro recuperato ricreano la parte mancante e la saldano a quella residua, ricreando così il pezzo originale. Dopo un trattamento anti-ruggine lo montano e... perfetto! Gli scarichi ora sono ben fissati ma il brutto rumore resta: aver viaggiato senza supporto ha causato movimenti a tutte le giunte e ora sfiatano. Allora smontano pezzo per pezzo gli scarichi, a partire dal collettore, e li rimontano con precisione uno dopo l'altro. Quando rimetto in moto ritrovo il canto originale di Madi.

Mentre aspettavamo che gli scarichi si raffreddassero ho anche trovato il tempo di dare una bella ingrassata alla catena.

Un'ora di lavoro per tre persone e un risultato ottimo. Gli chiedo come si chiama e mi risponde con un nome impronunciabile e, sapendo che per noi è troppo difficile, prosegue con "Sarebbe John... ma in Italia mi chiamavano Giovanni". Ecco, Giovanni va bene. Come posso sdebitarmi? Quanto ti devo?
Giovanni apre il suo sorriso, mi da una pacca sulla spalla e mi dice "Dai, quando vengo in Italia mi offri una birra!". Chiaramente non posso accettare, io credo che il lavoro debba sempre essere pagato, così faccio non poca fatica a fargli accettare una cifra che permetta a tutti loro di farsi almeno una birra alla mia e loro salute!
Ora ha un adesivo di Strade da Moto sul suo portone, se passate da lì andate a stringergli la mano: è un grande, uno di noi.

Torniamo alla strada: un godimento continuo, senza interruzioni (ma con un sacco di soste per le foto) fino alla frontiera con la Serbia, dove, superati gli sbarramenti, ci si ritrova su una banale strada tra campi e capannoni, verso Belgrado.
(E pensare che mi sono perso la Statua di Decebalo, non ne conoscevo l'esistenza.)

Non racconterò il resto della tratta odierna perché fatto solo di strade normalissime, autostrada e frontiere. Il mio amico Virgilio, il navigatore GdM, mi ha fatto attraversare Belgrado al di fuori dell'autostrada, nel traffico a 36°, poi, al confine con la Croazia, insieme ad un collega greco ci siamo fatti un po' di coda tra le auto tutte in attesa con il motore acceso, per far funzionare i condizionatori, che con le loro catalitiche sono riuscite e portare la temperatura fino a 42°.


I totali di oggi, 12 agosto 2019
Km. percorsi: 697
Tempo: 9h 00'
Velocità media: 77 Km/h
Carburante: 45L - 58€
Arrivato a Vojnić, nel cuore della Croazia, mi fermo e trovo posto in una pensioncina dove posso finalmente riposare, dopo 12 ore di strada e avventure.

Il mio viaggio è quasi finito ma domani mi aspettano ancora quattro Strade da Moto e 600 km di autostrada. Meglio riposare.

Ci vediamo ancora domani, qui e su LocOf!

Giorno Sette


Clicca per accedere all'itinerario su LocOf
13/07/2019 - Oggi dalla Croazia dovrò raggiungere l'Italia attraversando un pezzettino di Slovenia. In effetti, per raggiungere l'Italia devo percorrere ancora un bel pezzo di strada e, per non farmi mancare nulla, visto che ci sono quattro Strade de Moto... perché no? Andiamo.

Fa abbastanza freddino, al punto che giunto a Karlovac, prima di prendere l'autostrada, decido di mettermi la giacchetta dell'anti-pioggia (tra l'altro: la nuova antipioggia ha funzionato egregiamente: a parte un po' di umidità iniziale, non una goccia d'acqua in una settimana!). Un pezzo d'autostrada mi porta fino a Ravna Gora, dove mi metto a viaggiare tra i boschi.

I primi due passi sono proprio qui, in Croazia, non molto alti tra i boschi molto freschi. Il primo, Ravno Podolje, grazie al mio navigatore GdM, Virgilio, lo percorro solo da un lato perché... il percorso è stato ricalcolato ma in modo diverso da prima, quindi salgo e ridiscendo dal lato sud. Bello ma mi resterà il dubbio circa il lato nord ma quello sud è bello veloce e divertente, con un buon fondo in mezzo ai boschi.

Di seguito il Gornie Jelenje: stessa storia. Grazie Virgilio!

È proprio appena superato il passo Gornje Jelenje che appare il mare, là sotto: una vista bellissima, appena rovinata da un meteo non proprio perfetto.

Proseguo su strade notevoli per alcuni km fino a raggiungere la frontiera Slovena, che supero senza che mi venga chiesto null'altro se non la nazionalità:

- Italiano?
- Sì.
- Vai.

Meglio delle frontiere di ieri. Molto meglio!


A Trsat, altro pezzetto in autostrada, mi infilo sullo svincolo sbagliato e mi tocca fare un pezzo di strada in più. A questo punto, vista l'ora, decido di saltare gli altri due colli in programma, Pregarje e Artvize, e tiro dritto per Trieste, quindi per casa.

Tanta strada, tanta autostrada, tanto tempo, per ripensare a questo bel viaggio fatto in solitaria. Un giro che, con un miliardo di possibili varianti, non dovrebbe mancare nel portfolio di ogni viaggiatore o, meglio, di ogni motociclista. Oltre a due magnifiche strade, veramente uniche, c'è da tuffarsi in culture per certi versi molto diverse dalla nostra, interessanti e dalle quali, come sempre, abbiamo qualcosa da imparare e qualcosa su cui ricrederci.

Certamente diverso è l'atteggiamento nei confronti della strada: quello slavo e quello rumeno sono popoli ancor più allergici alle regole di noi italiani, eppure la convivenza in strada è garantita da una tolleranza infinita di (quasi) tutti nei confronti di tutti.
Molti lasciano la macchina dove impedisce lo scorrimento del traffico obbligando tutti a manovre assurde per passare ma tutti tollerano; come ho scritto, il sorpasso viene praticato sempre, anche se non c'è lo spazio fisico, intanto chi viene incontro rallenterà o si fermerà per permettere un rientro in sicurezza, senza che nessuno si lamenti. La polizia stessa mi avrebbe dovuto fermare almeno due o tre volte e multarmi, invece mi ha guardato passare, così, come se niente fosse. Un po' un far west dove ognuno è responsabile per sé e per gli altri, senza che viga un regolamento vero e proprio.

Le strade? Sarà perché non mi aspettavo nulla ma sono rimasto estasiato dalle Gole del Danubio, mentre Transfagarasan e Transalpina hanno rispettato le aspettative che avevo e che erano alte. Molto alte.
Anch'io, come ho scritto, dovendo scegliere preferisco la Transalpina ma... percorrerle entrambe è il massimo, un momento di alto mototurismo.

I totali di oggi, 13 agosto 2019
Km. percorsi: 850
Tempo: 10h 00'
Velocità media: 85 Km/h
Carburante: 54L - 92€
Poi, in Romania ci sarebbe molto altro da vedere, questo mio giro è stata solo una scappata a toccare con mano, pardon, con moto, quelle che sono definite tra le più belle strade del mondo. È vero, sono un po' fuori mano e le strade delle nostre Alpi non hanno nulla da invidiare, però... ne è valsa la pena. Consiglio a tutti un bel giro da quelle parti!

E adesso a casa ma... non prima di aver fatto un salto all'ultimo passo di quasi tutti i miei viaggi, il Colle Baladin!
Totali generali
Km. percorsi: 4.027
Tempo di guida: 55h 00'
Velocità media: 73 Km/h
Carburante: 247L - 357€
Autostrada: 129€ (106€ in Italia!)
Alla prossima e buona strada!

8 commenti:

  1. Buon viaggio. Ti seguiremo e attendiamo ogni sera, o quando potrai, tue notizie. Ciao

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  2. Grazie Mario per il bel resoconto della giornata. Il ristorante apre alle 21:00? Ma credevi di essere in Spagna? 😂😂😂

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  3. Che bel resoconto e che bella giornata hai trascorso. Se c’è la fai , metti qualche foto e riposati. Notte.

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  4. aldila' della bellezza dell'itinerario con tutte le sue curiosita'quello che trovo straordinario è "la solitaria"...da giovane riuscivo a far molti km da solo ora non piu',comunque gran bel giro complimenti

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  5. Resoconto molto interessante. Magari il prossimo anno riesco anche io!

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