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giovedì 14 novembre 2024

Una NON tassa che ci tartassa

La Settimana Enigmistica avrebbe rubricato la notizia sotto Forse non tutti sanno che... e non avrebbe sbagliato:

Dal 1° gennaio 2025, tutte le associazioni (che già non ce l'hanno) devono dotarsi di partita IVA.

Questa novità riguarda molto da vicino il mondo di noi motociclisti, da sempre organizzato in associazioni e motoclub che molto spesso sono sprovvisti di partita IVA in quanto non esercitano alcuna attività commerciale.

Ciò non significa che queste associazioni dovranno aggiungere l'IVA alle proprie entrate (solitamente composte dalle sole quote e donazioni volontarie) addebitandola ai propri soci o sottraendola dal totale incassato, infatti queste movimentazioni, che erano considerate Fuori Campo IVA, diventeranno Esenti IVA: nessuna tassa in più.
Questa differenza, però, comporta che le associazioni dovranno gestire l'IVA, passando dall'emissione di semplici ricevute alla fatturazione, con tanto di emissione elettronica dei documenti ed invio puntuale all'Agenzia delle Entrate.

L'emissione di fatture, poi, comporta la loro corretta gestione fiscale, quindi gestione di un Registro IVA e di Dichiarazioni Periodiche IVA, incombenze che, data la complessità burocratica tipica del nostro paese, sono da affidarsi ad un commercialista e, dato che quelli che lavorano gratis sono introvabili, con ogni probabilità le associazioni si troveranno a dover gestire anche la ritenuta d'acconto presente nelle fatture che questo (così come altri professionisti) emetterà nei confronti dell'associazione che, con l'acquisizione della partita IVA, diventa sostituto d'imposta e dovrà gestire 770 e modelli CU, senza parlare del Modello Unico, per la Dichiarazione dei Redditi (!), con altro lavoro da parte del commercialista...

Insomma, ho stimato, in termini di costi vivi, quanto inciderà al minimo questa novità sulla vita di un'associazione di motociclisti di piccole-medie dimensioni, come sono quasi tutti i motoclub o associazioni di promozione sociale: almeno 1.500,00€/anno.

Questi costi comporteranno, a mio avviso, la chiusura di molte piccole associazioni o, almeno, l'accorpamento ad altre, in modo che il numero di associati permetta di raccogliere fondi sufficienti per farne fronte.

Ma perché tutto questo? Chi dobbiamo ringraziare? (uso la prima persona plurale perché anche noi di Strade da Moto siamo un'associazione).
A mio modesto parere, dobbiamo ringraziare tutte quelle associazioni che associazioni non sono ma vere e proprie attività commerciali, che nascondono la loro vera natura sotto l'etichetta di associazione, spacciando quelli che sono abbonamenti (palestre, scuole di danza, di cucina...) per quote associative o che svolgono attività di ristorazione o ricreazione sotto forma di circoli: dal 1° gennaio potranno essere meglio conosciuti dal fisco e, soprattutto, le loro entrate, così come quelle di tutte le associazioni vere, seppur esenti, saranno contemplate nella base imponibile IVA, sulla quale viene calcolato quanto ogni stato europeo deve versare alla Comunità Europea per il proprio sostentamento.

Come spesso accade nel nostro paese, non ci si attiva per effettuare i controlli e scovare chi imbroglia ma si preferisce cambiare le regole del gioco, sperando che quelle nuove li scoraggino, facendo finta di non sapere che chi imbroglia continuerà a farlo, perché sa che intanto in controlli continueranno a non essere fatti.

sabato 19 ottobre 2024

TGiF è morto. Viva TGiF!

I calendari di Strade da Moto

Era il 6 ottobre del 2017 quando, da poco creato il sito stradedamoto.it, avevo deciso di condirlo con una pagina un po' scanzonata, non sempre seria, dove raccogliere le frasi che riguardano la strada e noi motociclisti.

Niente di profondo né sostenuto, appunto, ma nemmeno troppo superficiale: il giusto grado di ironia, quel tanto che basta per alleggerire quella cosa troppo importante per essere presa sul serio che si chiama vita… del motociclista.

Poche parole per spiegare il contenuto della pagina a chi l'avesse visitata:

Pensieri profondi, banalità, spacconate, frasi per sentirsi meglio o per identificarsi, sentenze senza appello e, a volte, anche senza dignità.

La prima immagine, del 6 ottobre 2017

Mi ero impegnato a pubblicare una frase corredata da un'immagine alla settimana, ogni venerdì alle 18:00, perché mi pareva il momento giusto per alleggerire, in vista del fine settimana.
Così ho chiamato la pagina Thanks God is Friday (TGiF), Grazie a Dio è Venerdì, sottintendendo il fatto che il bello della settimana è che finisce.

Sono riuscito a mantenere il mio impegno e con la pubblicazione di ieri sera, dopo 7 anni, sono arrivato a collezionare 366 frasi su altrettante immagini e diventa sempre più difficile aggiungerne di nuove, quindi ho deciso che quella pagina è completa, cioè che non aggiungerò nuovi elementi.

Però… però… 366 elementi. Quel numero mi dice qualcosa.
È da quando ho prodotto l'ultima immagine, raccolto l'ultima frase, che il numero 366 mi frulla per la testa ma ora ho capito che cosa devo fare: un calendario.
366 sono i giorni di un anno bisestile, quindi non mi manca nulla.

Copertina
Giornaliero
Settimanale
Mensile

Così eccoli, i calendari di Strade da Moto. Potete scaricarli, per gli anni fino al 2050, in tre formati: giornaliero, settimanale e mensile e potete essere ragionevolmente certi del fatto che il vostro sarà diverso da qualunque altro, infatti le frasi sono associate ad ogni giornata (o a ogni mese) in modo casuale, ogni volta che se ne richiede la stampa.

Scaricate e stampate i vostri calendari di Strade da Moto, non costa nulla (va beh… carta e toner ce li dovete mettere voi) e magari fatemi sapere, nei commenti, che cosa ne pensate.

E se per voi è importante fare conoscere la vostra attività a noi motociclisti, contattatemi per apparire come sponsor sulle pagine del calendario di Strade da Moto.

sabato 3 agosto 2024

Fuga (in Aubrac)

Ve l'avevo promesso ed eccomi qui a parlarvi della fuga.

Ogni tanto, sempre più spesso con l'avanzare degli anni, si sente la voglia di fuggire, almeno per un po', da quello che Ernesto Calindri chiamava il logorio della vita moderna. Non so se sia perché si invecchia o perché la vita si fa di giorno in giorno più logorante.
Comunque sia, la voglia c'è e non la si può ignorare troppo a lungo.

La fuga perfetta la si fa da soli o, al più, con chi si ama. Questa volta chi amo non poteva fuggire con me, quindi sono fuggito da solo, una fuga breve ma sufficiente per staccare.

Mezzo di trasporto: la moto (ça va sans dire).

Direzione: una zona di cui mi sono innamorato attraversandola tre anni fa, per raggiungere il Quercy, l'Aubrac.

Sono partito, quindi, come partono gli anziani, senza una destinazione precisa ma con solo una direzione.

Il giorno della partenza, un ultimo impegno mi ha trattenuto fino all'ora di pranzo, così, anziché pranzare, ho preferito partire verso il Colle della Maddalena per svalicare sul suolo francese, in zone da me ben conosciute ma non per questo meno apprezzate.
Non mi sono fermato finché ho avuto voglia di guidare e la voglia me la sono tolta (si fa per dire) nel tratto Serres-Nyons, uno di più belli che io conosca, con la sua sequenza Col de la Saulce, Col de Palluel e Gorges de St May.

Giunto a Nyons, le motivazioni che richiedevano una fuga non erano nemmeno più un lontano ricordo, si erano proprio disciolte come neve al sole, lasciando il posto a quella sensazione di pace che solo chi fa ciò che ama fare può comprendere.

Ho, quindi, deciso di fermarmi, forse per abitudine, perché faccio spesso tappa proprio qui, forse per il fiume, forse per il suo centro storico… insomma: a Nyons mi trovo bene.

Durante la cena ho pensato che l'indomani non sarebbe stato male passare a trovare una vecchia conoscenza: la Route du Cirque de Navacelles, nelle Cévennes.

Avendo tagliato da Orange a Nîmes sull'autostrada A9, sono giunto nelle Cévennes abbastanza presto, al mattino, ed ho percorso per ben due volte, da sud a nord, la Route du Cirque de Navacelles incontrando quasi nessuno. Sì, due volte, perché il mio nuovo TTdC, degno successore del GdM, non ha rilevato il mio passaggio in un punto dell'itinerario che avevo preparato prima di partire, così, con un lungo giro quasi circolare, mi ha riportato all'inizio della Route. Poco male: me la sono goduta due volte e mi sono saziato a sufficienza di curve e panorami da accettare di buon grado la spinta interiore ad attraversare il Viaduc de Millau per raggiungere l'Aubrac, sull'autostrada. Sì, non sono di quelli che condannano a priori l'autostrada: ogni tanto si può fare, se è bella (e la A75 non è male) e se ci permette di saltare da un paradiso all'altro, come uno stargate spazio-temporale (Cévennes e Aubrac sono, indubitabilmente, due paradisi).

Ormai solo più la strada, il paesaggio di cui mi sento parte e la sensazione di piena libertà occupano la mia mente mentre lascio la A75 a Campagnac ed inizio ad addentrarmi nell'Aveyron, nel Parc Naturel Regional de l'Aubrac, fin da subito su strade perfette e senza traffico, verso il fiume Lot, per poi proseguire fino a Prades d'Aubrac, un piccolo paesino dove nel frattempo ho individuato un alberghetto, sulla strada che porta al villaggio medievale denominato Aubrac, una frazione di Saint Chély d'Aubrac che è anche tappa di uno dei mille cammini per Santiago de Compostela. Proprio la strada che porta da Prades a Aubrac è quella che, con il suo dolcissimo andamento ed i suoi panorami, mi ha colpito di più, una strada in grado di infondere un'incredibile sensazione di pace. Ripercorrerò più volte questo pezzo di strada, anche perché a Aubrac ho individuato un piccolo bar con belvedere dove tornerò per riposare davanti ad una birra, rigorosamente locale.

Lascio trascorrere il tempo mentre sorseggio la birretta e mi accorgo che la fuga sta funzionando, che sto bene e mi sto godendo il dolce far niente (avendo un sacco di cose da fare ma da un'altra parte, non qui).

Per oggi può bastare, mi avvio verso l'albergo dove incontro i gestori, Fabrice e Valerie, e alcuni frequentatori del bar che mi fanno immediatamente sentire tra amici. Non tardiamo a iniziare a parlare come se ci conoscessimo da sempre, ben sapendo che difficilmente ci incontreremo ancora ma non importa: viviamo adesso, sans souci.

Quando chiedo loro che cosa non mi sarei dovuto perdere in zona, mi hanno entusiasticamente elencato diversi luoghi che avrei dovuto visitare. Non me li sarei mai potuti ricordare tutti, anzi, nemmeno uno, né nomi né itinerari. Allora ecco che prendono carta e penna e me li scrivono, indicandomi anche la sequenza più logica per passare da uno all'altro.

Torno in camera e, prima sullo smartphone poi sul mio TTdC, creo il percorso sulla base delle loro indicazioni. Eccolo, l'ho riportato in questo itinerario.

Ma non sono qui a scrivere dell'itinerario né dei posti che ho visitato. Sto scrivendo di una fuga, che ha raggiunto il suo apice proprio durante il giro improvvisato sulle indicazioni ricevute da nuovi amici che non conosco affatto.

Ecco cos'è la fuga: la fuga è uscire da schemi come quelli che non ci permettono di essere amici degli sconosciuti, o di partire senza una destinazione; la fuga è l'oblio dei mille problemi quotidiani che ci sembrano insormontabili e invece esistono solo nella nostra testa (lo dimostra il fatto che anche quando siamo in fuga, tutto procede ugualmente, come se niente fosse); la fuga è improvvisazione.

Solo due categorie di persone sanno vivere in questo stato di grazia: i bambini e i motociclisti in fuga.

domenica 21 aprile 2024

Meravigliosa?

Da otto anni campeggia sulla mia pagina Facebook personale l'immagine di uno striscione appeso ad un balcone con la scritta Motociclisti... strana, meravigliosa gente.
Un motto che ho deciso di fare mio perché lo sentivo perfettamente calzante ad una categoria di persone di cui credo di fare parte e che ritengo molto particolare.

Da allora ho creato questo sito web, poi con Andrea e Massimo abbiamo creato l'Associazione Culturale Strade da Moto e infine, insieme all'amico Pietro, il suo gruppo Facebook, e i numeri sono stati sempre incoraggianti: 100-150 soci, quasi 6.000 motociclisti iscritti al sito, oltre 100.000 iscritti al gruppo Facebook... ma con questo post non voglio celebrare né questi numeri né, tantomeno, me stesso (questi numeri rappresentano voi, non me).

Qualche mese fa, spronati dal nuovo socio Francesco, che su quel pezzo di strada ha perso l'amico Manuele, come Associazione abbiamo deciso di impegnarci per fare qualcosa di concreto per la sicurezza di tutti i motociclisti: una raccolta fondi per l'installazione di un primo tratto di Dispositivo Salva Motociclisti proprio su quella strada dove uno di noi, un altro, ha terminato i suoi giri in moto a causa di dispositivi di sicurezza mancanti o inadeguati.

Ci è stato presentato un preventivo di 12.200 Euro per mettere in sicurezza 140 metri di strada, su una curva che, a dispetto dell'apparenza, è sempre stata difficile, pericolosa. Ma per noi non si tratta solo di questo: 12.200 Euro per provare ad impegnarsi, tutti insieme, a innalzare il livello di sicurezza delle nostre strade e, insieme, sensibilizzare l'ente pubblico, che ad oggi non ha alcun obbligo di installare questi dispositivi salva vita. Insomma, un progetto pilota, da ripetere dove ce ne sia bisogno.

A poco più di un mese dal lancio della raccolta, mi trovo a fare due conti: su 12.200 Euro necessari, ne sono stati raccolti 1.690, di cui 400 da parte di due aziende, ergo 1.490 Euro da parte di 35 motociclisti.

Praticamente hanno partecipato il 19% dei soci, lo 0,61% degli iscritti al sito e lo 0,04% degli utenti del gruppo Facebook.

E pensare che se gli iscritti al sito versassero 2 Euro ciascuno o se gli utenti del gruppo Facebook partecipassero con 12 centesimi a testa, avremmo già concluso la raccolta e saremmo alla ricerca di nuove tratte da mettere in sicurezza. La nostra sicurezza.

Sognando, posso dire che se tutti gli iscritti al sito fossero così generosi come i 35 che hanno partecipato, potremmo mettere in sicurezza 2.800 Km di Strade da Moto. Se lo fossero gli utenti del gruppo Facebook... quasi 50.000 Km!

Invece no.
Pare che la sicurezza passiva in moto, a meno che non sia ostentabile, non interessi a nessuno, nemmeno a quelli che contro un maledetto guardrail ci hanno perso un amico. Eppure, negli ultimi due anni, la media di motociclisti morti in Italia ogni anno si aggira sugli 850, 2-3 amici rimasti sull'asfalto al giorno.

Trovo difficile nascondere la mia delusione; inizio a sentire un po' meno mio quel motto, sfido chiunque di voi a sottoscriverlo oggi di fronte a questi numeri e invito ognuno a farsi l'esame di coscienza e chiedersi se, nei fatti, sia o meno un vero (meraviglioso) motociclista, sempre pronto a fermarsi un attimo e partecipare mettendoci del suo là dove ce n'è bisogno, oppure se non sia, più semplicemente, solo uno che va in moto.

lunedì 1 gennaio 2024

Il mio 2023 in 100 foto

Altro che senza soste... il mio 2023 è stato prodigo di Km ma avaro di giri in moto.
Va beh... vedrò di rifarmi nel 2024.

Di certo mi resterà ben impressa nella memoria la Scozia, per la bellezza delle strade, dei paesaggi e anche della gente.
Forse faticherò a dimenticare anche la disavventura della Camargue ma... alla fine ci siamo divertiti lo stesso.


25-26 marzo - Villefranche


14 maggio - Festa a Elva


15-17 giugno - 7° Meeting Strade da Moto sul Gran Sasso


08-26 luglio - Scozia e un po' d'Inghilterra


26-28 luglio - Rientro dall'Inghilterra


29 luglio - Giretto in Val Maira e Val Varaita con Max


3 settembre - Dalle parti del Colle dell'Agnello


23-24 settembre - RacContagiri a Parma


30 settembre-1 ottobre - Un giro tutt'intorno a Gap


28 ottobre-1 novembre - Camargue e dintorni, con disavventura


4-5 novembre - Il recupero di Madi