Giorno zero - La preparazione
08/07/2020 - Dopo mesi a progettare, disfare e ricominciare, ormai ci siamo. Domattina si parte, con Roz.
È tutto pronto mi pare, comprese le cose da dimenticare a casa, che ricorderemo un'ora dopo la partenza, come sempre.
Anche quest'anno sarà possibile seguirci su LocOf, se siete curiosi, puntate il vostro browser alla pagina di LocOf e ci potrete seguire, vedendo dove si trova la moto, in ogni momento e avendo a disposizione gli itinerari percorsi.Cercherò di aggiornare ogni sera con sensazioni, immagini e qualche dato.
Domani la parte noiosa, in autostrada:
da Cuneo a Parigi dove Roz mi raggiungerà in treno.
A presto, restate in linea.
Giorno Uno - Da Cuneo a Parigi
Dieci ore, comprese ben quattro soste da una ventina di minuti in media, un errore a Chambery che mi ha imposto qualche km in più e, soprattutto, l'ingresso in Parigi durante l'ora di punta.
Che raccontare di queste dieci ore? Niente di interessante, salvo il fatto che, checché se ne dica, la Francia è oggettivamente bella, perfino vista dall'autostrada.
In effetti, quello di oggi non è stato altro che uno spostamento lungo e noioso, al punto che Roz mi sta raggiungendo in treno: non me la sono sentita di infliggerle 10 ore in autostrada, con 32 gradi costanti, poi...
Domattina la foto davanti alla Tour Eiffel sancirà l'inizio del Tour des croissants o... Marchonsmarchons, come preferite.
Km | Ore | Lt. benzina |
832 | 10:00 | 58 |
Giorno Due - Da Parigi a Deauville
Non ci siamo svegliati presto, ma nemmeno troppo tardi. Giusto in tempo per un petit dejuner (avec croissants, ça va sans dire) e per una scappata all'asparago di ferro, come la chiamano qui, la Tour Eiffel. Per me era la prima volta e, devo dire, un po' impressionante lo è.Un paio d'ore (ancora) di spostamento, verso nord-ovest, per arrivare ad una cittadina sul mare che ci ha immediatamente stupito per le magnifiche viste sulle falesie: Fécamp, non ho ancora visto molto ma credo sia un ottima porta di accesso ad una regione che, per tutto il giorno, non ha fatto altro che stupirmi. Oltretutto il navigatore, il mio GdM, mi ha fatto arrivare dalla parte migliore, un monastero, in cima alla scogliera, con vicino uno dei tanti fortini costruiti dai tedeschi per proteggersi da un non troppo eventuale attacco dal mare da parte degli americani. Proprio tra il fortino e il monastero una baracchetta con una simpatica signorina, Malo, che ci ha preparato due cosette da mangiare: niente di ché ma al sole della Normandia. Molto bello.
Scendiamo in paese, un'occhiata ad un gioiello del barocco, il Palazzo dei Benedettini, poi ripartiamo verso ovest per raggiungere la vicina Etretat, per scoprire, dopo un bel po' di strade dritte o strette, una vera Strada da Moto, molto divertente in mezzo ai boschi non lontani dal mare. (Lo so... ho dimenticato di attivare il GPS, così nella traccia c'è un buco). Arriviamo in poco tempo a Etretat e scopriamo essere un posto dove le falesie sembrano voler dare il meglio. Una passeggiata sul lungomare scaccia qualsiasi pensiero.
Un po' di relax, poi riprendiamo la strada in direzione Deauville, nota meta turistica per ricconi dell'inizio del secolo scorso. Per arrivarci entriamo in autostrada per passare su un ponte maestoso sull'estuario della Senna: il Pont de Normandie. Purtroppo una carreggiata era chiusa per lavori, il che ha causato code ma non ha tolto nulla alla magnificenza dell'area e delle opere ingegneristiche. Non abbiamo fatto foto ma ne rubo una da Internet che, spero, renda l'idea. Immaginatelo grande, e con salita e discesa ripide. Il panorama, tutt'intorno, toglie il fiato.
Presi da tanta bellezza, rischiamo di rimanere senza benzina ma San Google Maps mi trova un benzinaio nelle vicinanze... siamo salvi.
Arriviamo così a Deauville, dove, in periferia, ci aspetta un modestissimo motel (alla faccia delle vacanze da ricconi del secolo scorso). Posiamo i bagagli e ci dirigiamo in centro: una bellissima spiaggia ci accoglie non proprio a Deauville ma subito di la del ponte, a Trouville, dove dopo una bella passeggiata e una birretta, ci accomodiamo in uno dei mille ristorantini (tutti un po' cari, in realtà) a gustare un po' di pesce locale: Roz si sbrana un granchio, io delle cozze del posto, piccoline ma saporitissime, con dei buoni vini anch'essi locali. Ciliegina sulla torta: un bicchiere di Calvados (eh sì, siamo nel Calvados) delizioso ma, come tutto il resto, un po' troppo caro: 11 Euro (ma tornassi indietro lo riprenderei di sicuro!).
La giornata è stata lunga e stiamo ancora pagando un po' la tirata di ieri, cosi decidiamo di ritirarci nel nostro (modesto) motel anche se sono appena le dieci.
A domani, verso i luoghi mitici dello sbarco.
(domani aggiungo foto, ora... ho sonno)
Km | Ore | Lt. benzina |
330 | 4:30 | 19 |
Giorno Tre - Da Deauville a Le Mont Saint Michel
Giornata normanna. Il tempo (inteso come meteo) è stato dalla nostra parte, regalandoci magnifiche vedute sulle spiagge, delle campagne e dalle alte scogliere.
Per un errore di valutazione ci siamo persi il Cimitero Americano, a Omaha Beach, ma ci siamo fermati a quello Tedesco. Quanta tristezza. Leggere su tutte quelle lapidi nomi e date di ragazzi e uomini gettati nella mischia, al macello, da chi aveva deciso per la guerra... e sto parlando di entrambe le parti.
Qualcuno obietterà che gli americani sono venuti per liberarci: hanno ragione e io non posso che essere loro molto grato (e lo sono davvero) ma credo si tratti di un'interpretazione parziale, o molto ingenua, di fatti che ci restituiscono solo migliaia di morti, causati da chi, da una parte o dall'altra, non voleva ottenere altro che un assetto politico/economico più vantaggioso. Ma lasciamo la politica ad altre realtà. Passati il groppo alla gola per tutti quei giovani e la tristezza che mi ha lasciato addosso la visita al museo di Utah Beach, ciò che resta di questa giornata sono la meraviglia di un territorio bellissimo e accogliente insieme alla sorpresa di trovare tante belle Strade da Moto. Certo diverse, molto diverse da quelle a cui io sono abituato ma non meno belle. Non ci sono montagne come le Alpi ma comunque un territorio molto movimentato, quindi curve e saliscendi di continuo. Sto parlando, per esempio, della zona che va da Deauville a Omaha Beach, rimanendo verso la costa, su una strada di campagna che si snoda in lunghi tunnel scavati nel bosco dal passaggio stesso di auto e furgoni, in un continuo di curve, salite e discese molto impegnativo e, al tempo stesso, divertente.
Da Omaha Beach a Utah Beach, dopo un bel passaggio sul lungomare, ci si addentra in una superstrada, la N174, che pare una pista... direi Spa Francorchamps. Non fosse che non si può correre (limite dei 110) sarebbe veramente divertente (e infatti mi sono veramente divertito!).
Al ritorno da Utah Beach, verso Le Mont Saint Michel, la N174 la si percorre tutta, fino ad immettersi sulla A84, un pezzo d'autostrada ma senza pedaggio, dove il divertimento non cambia. Su quel tratto oggi c'era un po' di traffico e un paio di gendarmi malcelati dietro a un cartello a raccogliere fotografie...
Giunti nei pressi di Le Mont Saint Michel ci siamo fermati in un piccolo albergo a debita distanza dalla parte più turistica e, cercando un posto dove bere una birretta, abbiamo trovato un chiosco gestito da una coppia di ragazzi veramente gentili e che cucinavano poche cose ma molto bene, così... ci siamo fermati anche a cena. D'altra parte, quasi tutti i ristoranti qui sono ancora chiusi causa COVID-19.
Bene, qui sotto qualche foto di oggi. Domani si entra in Bretagna.
Km | Ore | Lt. benzina |
306 | 5:30 | 18 |
Giorno Quattro - Da Le Mont Saint Michel a Quiberon
Giornata densa, resa più intensa dal traffico domenicale e del ponte del 14 luglio.
Inizio scoppiettante, con la visita a Le Mont Saint Michel, meta che richiede una lunga camminata per essere raggiunta (l'alternativa è una più lunga coda per la navetta gratuita). Il luogo vale la camminata.
Si continua entrando in Bretagna, dove scopriamo un paesino che si chiama Roz... foto obbligatoria.
Sulla strada panoramica verso Saint Malo, un'altra meraviglia per gli occhi racchiusa in parte tra le mura, dalla cima delle quali si gode dell'altra parte.
Un pan bagnat e una birretta, poi, ancora verso ovest, raggiungiamo Cap Fréhel, un faro tra distese di erica su una delle tante scogliere a picco sull'oceano, con viste mozzafiato.
I cartelli stradali sono in due lingue, l'altra è il bretone, a noi incomprensibile. Il traffico aumenta, al punto da richiedere maggior concentrazione alla guida, che implica minor attenzione al navigatore, il mio GdM, il quale oggi non avrà la soddisfazione di portarci a sperdere: ci riusciamo benissimo da soli.
Dopo un po' di svarioni e alcune ore di viaggio riusciamo a imboccare la lunga e dritta strada che porta verso sud, alla fine della penisola che da il nome alla città di Quiberon dove ci fermeremo anche domani a riposarci un po'.
Al di là del traffico di una domenica estiva, le strade di oggi sono state molto divertenti, specie tra Le Mont Saint Michel e Cap Fréherel, dolci e rilassanti.
A scendere verso Quiberon, invece, diverse superstrade connesse tra loro da ampie rotonde, hanno permesso qualche tirata in più ma con un occhio puntato lontano, a cercare i velox.
All'arrivo siamo stanchi morti, vuoi per le lunghe camminate fatte in tutti i tre posti visitati, vuoi per il traffico che ci ha accompagnato per tutto il giorno, ma anche qui, a Quiberon, ci accorgiamo di essere in mezzo alla bellezza.
Due passi (ancora) sul lungomare e un ristorantino dove gustare qualche pescetto poi... buonanotte.
Km | Ore | Lt. benzina |
333 | 6:00 | 20 |
Giorno Cinque - Riposo a Quiberon
Oggi giornata di riposo, dopo tutte le bellezze della Normandia e del nord della Bretagna. Quiberon mi pareva un buon posto ma mi sbagliavo: è molto più bello di quanto avessi immaginato. Sto scrivendo queste poche righe già... domani, perché oggi non ce l'ho fatta a riposare: con Roz abbiamo fatto almeno 10 Km a piedi sulla Côte Sauvage, partendo dal Castello di Tourpault verso nord: un paradiso. Così abbiamo scoperto anche un corta ma bellissima Strada da Moto: la Route de la Côte Sauvage, splendida alternativa alla trafficatissima strada che porta dritti a Quiberon, posata a terra come un rosario, dove ad ogni rotonda corrisponde un'Ave Maria.
Siamo alla vigilia del 14 luglio, quindi il paese, meta turistica locale, è abbastanza imballato e nei due ristoranti che avevamo adocchiato non siamo riusciti nemmeno a prenotare, comunque... ce ne sono molti e qualcosa abbiamo rimediato, così come l'ottimo hotel, un modesto due stelle molto ma molto bello e accogliente e dal nome bretone, che mi sento di consigliare: Men En Vro.
La Route de la Côte Sauvage l'abbiamo dovuta provare in moto, così l'abbiamo presa per andare a visitare gli Alignements de Carnac un luogo creato ormai 6.000 anni fa dai primi Homo Sapiens Sapiens con oltre 10.000 (sì, diecimila!) menhir, qualche dolmen e qualche tumulo. Un luogo che lascia senza parole, menhir allineati, su più file, per chilometri, ai quali si fatica ancora oggi a dare un significato.
In serata un ultimo Calvados in un locale veramente accogliente e gestito da un signore (nel vero senso della parola) che sa metterti a tuo agio: se passate non perdetelo: Le Quai Ouest.
Poche foto? Domani (che poi sarebbe oggi) vi spiego il perché.
Km | Ore | Lt. benzina |
40 | 1:00 | 2 |
Giorno Sei - Da Quiberon a Civray de Touraine
Giornata di spostamento. Sull'autostrada parecchio traffico. 386 km di superstrada e autostrada verso l'interno, direzione ovest, per approdare nella Loira. Non me ne accorgo subito ma, pochi km dopo essere partiti... ho perso il telefono. Vedo dal suo posizionamento che qualcuno l'ha preso e portato un po' a spasso per Quiberon, provo a chiamarlo un po' di volte ma... nessuna risposta (vedi mappa). Poi si spegne. Bye bye Rocco (lo chiamavo così) è stato bello lavorare insieme. Ecco spiegata la carenza di foto.
Arriviamo abbastanza presto a Civray de Touraine, a un chilometro dal Castello di Chenonceau, in un altro hotel magnifico, in una villa poco fuori il paese, con camere bellissime e tanto di parco con laghetto... molto bucolico. Si chiama Hostellerie du Château de L'Isle e il proprietario è proprio gentile e simpatico: raccomandatissimo!Proviamo ad avvicinarci al castello di Chenonceau ma oggi è il 14 luglio e la coda per entrare è interminabile quindi decidiamo di andare a rilassarci e rimandiamo la visita a domani.
(Sotto, le foto dell'Hostellerie du Château de l'Isle)
Km | Ore | Lt. benzina |
390 | 4:00 | 22 |
Giorno Sette - Castelli della Loira
Giornata dedicata alla visita ai castelli della Loira. Bellissimi, soprattutto i piccoli Chenonceau e Clos Luce, ad Amboise. Gli altri sono mastodontici e la situazione Covid-19 scoraggia l'affrontare le code per entrare e, dentro, per procedere. Comunque, 140 km di stradine della Loira sono state un piacere.
Difficile qui censire delle Strade da Moto: sono tutte belle, tra campi e boschi, tra castelli e case da fiaba. Se proprio devo sceglierne una, suggerirei la strada che va da Amboise a Blois, costeggiando la Loira: una strada con molte limitazioni e parecchi velox ma che è godibilissima entro i limiti, fatta di panorami naturali e storici molto emozionanti.
Per il resto... Rocco non torna, quindi sono ancora senza telefono... niente tracciatura, mi dispiace.
Qui sotto qualche foto, per gentil concessione di Roz.
Km | Ore | Lt. benzina |
140 | 3:00 | 6 |
Giorno Otto - Da Civray de Touraine a Poitiers
Oggi giornata no.
Quando inizi, a colazione, versando il caffè nel succo d'arancia anziché nella tazza, qualcosa ti fa presagire che non tutto andrà per il verso giusto.
Poco male, oggi era una giornata con pochi km di avvicinamento alla Guascogna con piccola visita (e pernottamento) a Poitiers, che si è rivelata una bella città con un cuore molto antico.
Un po' di chiese molto belle, tra cui la Cattedrale, l'antica Saint Porchaire e la coloratissima (peccato che sia poco illuminata) Notre Dame.
Km | Ore | Lt. benzina |
130 | 1:30 | 6 |
Giorno Nove - Da Poitiers a Arcachon
La mattinata si presenta brumosa e non promette bene.
Oggi 200 km di autostrada, un attraversamento in traghetto, da Royan a Le Verdon (no, non quello) e poi 150 km sulle stradine della palude che da Le Verdon scende fino quasi alla nostra destinazione: Arcachon, a due passi dalla Dune du Pilat (o Pyla)
Il tempo, fortunatamente, non mantiene le promesse e presto ci troviamo sotto il sole, con i soliti 21°. La traversata è piacevole, i 150 km successivi un po' meno: ho contato 6 curve e qualche rotonda, per il resto, dopo un gradevolissimo paesaggio iniziale molto in stile Camargue, infiniti rettilinei tra gli alberi, molto pericolosi perché spingono a correre ma i rischi sono le stradine che si immettono, gli animali selvatici e i velox.
Insomma, arriviamo stanchi e anchilosati. L'albergo non è male e dopo un po' di riposo sono appena le 14:00, considerato che il meteo di domani preannuncia temporali (ma speriamo che continui a mentire) decidiamo di andare a visitare la Dune du Pilat. È impressionante: una montagna di sabbia, sul mare, alta più di cento metri. Arrivare in cima, pur partendo dalla metà, è un impresa, almeno per un divanofilo come me.
Passiamo qualcosa di più di un'ora stesi sulla sabbia. C'è molta gente ma gli spazi sono così ampi che non ci si da fastidio l'un l'altro.
Per salire è stata montata una scalinata ma non la si può usare per scendere (Covid-19 imperat) è obbligatorio scendere sulla sabbia e, scopriamo presto, anche piacevole.
Domani ci riposeremo, sperando di poter fare un po' di mare, poi giù, verso i Pirenei.
Km | Ore | Lt. benzina |
350 | 4:00 | 18 |
Giorno Dieci - Riposo a Arcachon
Come preannunciato, oggi riposo.Qualcuno dovrebbe spiegarci cime mai siamo così stanchi ma... è così che va.
Meteo France ha sbagliato le previsioni in pieno e oggi... non s'è vista una nuvola: la giornata più calda almeno fino ad ora, coronata da una mangiata pantagruelica di formaggi francesi. (Sì, li sanno fare buoni anche loro!)
Domani raggiungiamo i Pirenei e iniziamo con il set della trilogia del Baztán, di Dolores Redondo: Elizondo.
Km | Ore | Lt. benzina |
20 | 0:30 | 1 |
Giorno Undici - da Arcachon a Elizondo
Fino a Saint Jean de Luz la strada non è un granché, anzi, GdM ricalcola e mi fa fare anche un pezzo di autostrada... forse il pezzo più movimentato.
Solo un cartello, ci incuriosisce, quasi arrivati a Mimizan, punta a destra e c'è scritto Le Lac. Incuriositi ci dirigiamo da quella parte e arriviamo sulla riva di un lago (Étang d'Aureilhan) proprio nel punto dove c'è un sentiero fiorito, più o meno 500 metri di passeggiata, lungolago, tra una serie infinita di fiori d'ogni specie, curatissimo e molto d'effetto.
Riprendiamo la strada e, per chilometri, non il nulla ma... il poco.
A Saint Jean de Luz ci fermiamo, è quasi l'ora di pranzo e decidiamo di fare sosta. La città, almeno il centro vicino alla Grande Plage è molto carina. Si respira ormai aria di Paesi Baschi da un po' e qui è quasi Spagna.
Un bel piatto di sardine alla plancha accompagnate da una birra locale, vista l'ora, è quel che ci vuole. Però non ci fermiamo molto: il profilo dei Pirenei, arrivando, ci ha dato la carica e non vediamo l'ora di iniziare la scalata, sperando anche nel fresco dei monti.
Appena usciti da San Juan de Luz, verso il Col de Saint Ignace, il primo di una lunga serie che ci aspetta, la strada si presenta subito, finalmente, fantastica. La smania di raggiungerla mi fa passare di mente che devo fare benzina, così, una volta tra i bricchi, aggiungiamo qualche chilometro alla ricerca di un distributore. Poco male, sono tutti km fantastici.
Per arrivare a Elizondo bastano una quarantina di km ma, dopo tutte queste strade dritte, mi sembrano i 40 km più belli del mondo.
Per chi non lo sapesse, Elizondo è il principale centro della valle del Baztan e vi sono ambientate le storie della Trilogia del Baztan, della scrittrice Dolores Redondo; una lettura che consiglio a tutti e, per coloro che non amano leggere, consiglio di vedere i tre film che ne sono scaturiti, sono disponibili su Netflix e il terzo esce in Italia... domani!!!
Quando rientrerò sarà la prima cosa che guarderò alla TV.
Ah... i titoli:
- Il guardiano invisibile
- Inciso nelle ossa
- Offerta alla tormenta
Arrivati in paese scopriamo che, proprio oggi, c'è la festa di tutta la vallata, la festa della fratellanza, che qui chiamano Baztandarren Blitzarra e che purtroppo è in tono molto minore a causa del Covid ma riusciamo a passare un po' di tempo piacevole anche noi, con la gente del posto in festa.
Vedremo ancora questa sera... vi saprò dire.
Domani diamo l'attacco, quello vero, ai Pirenei, sulla Route des Cols. Finalmente delle vere Strade da Moto.
Km | Ore | Lt. benzina |
250 | 3:50 | 12 |
Giorno Dodici - da Elizondo a Argeles Gazost
Giornata eccezionale.
Dopo troppi km di autostrade, superstrade, lunghi rettilinei (e qualche bella strada costiera, lo ammetto) finalmente le montagne. E che montagne!!!
Da Elizondo, dove siamo già nei Pirenei, dopo una bella festa di paese (trasformata in una festicciola dall'Amico Covid) questa mattina abbiamo preso direzione nord e poi est, incontrando i primi passi. Inizialmente, in realtà, passi soprattutto ciclistici, con strade strette e sporche e curve molto chiuse: ottimi per scaldarsi. Poi abbiamo iniziato a fare sul serio, arrivando fino ai 1.709 metri del Col d'Aubisque, degna conclusione della giornata e assaggio della partenza, col botto, di domattina: il Tourmalet.
Le strade, a parte le più piccoline, sono tutte belle lisce, e permettono un'andatura sostenuta ma sempre nei limiti della sicurezza, infatti dietro ad ogni curva può esserci il ciclista, il camper, la mucca, il gregge... e, fidatevi, ci sono.
Il mio GdM ci ha messo del suo per farci sbagliare strada e qualche santo l'abbiamo staccato ma alla fine siamo passati proprio dove volevamo noi.
I panorami sono abbastanza diversi da quelli alpini: qui si viaggia più in basso, quindi si è sempre attorniati da una rigogliosa vegetazione. Anche le valli sono più ampie, così dall'alto si godono panorami incredibili.
Quasi in cima al Col d'Aubisque, a 1.600 metri, ci siamo fermati a un belvedere e proprio sopra di noi volteggiavano maestosi quattro rapaci, parevano aquile e un motociclista francese mi ha detto che sono di un tipo che loro chiamano Leonardo. Un vero spettacolo.
Poi siamo entrati in una nuvola (finalmente un po' di fresco) e la discesa era tutta bagnata della pioggia appena caduta ma che non ci ha toccato.
Una buona cenetta e a letto presto, che domani ci tocca un altro bel pezzo della Route des Cols.
Km | Ore | Lt. benzina |
230 | 6:00 | 11 |
Giorno Tredici - da Argeles Gazost a Audressein
Che dire di oggi? Senz'altro una giornata calda, nonostante le altezze, siamo stati spesso a 28° e oltre.
Però la giornata la ricorderemo per le magnifiche strade. A volte ancora un po' più ciclistiche che da moto e sempre piene, piene, piene di biciclette.
L'inizio della salita al Tourmalet è stato un po' scoraggiante: pareva esserci una coda di auto interminabile: no, le auto erano dietro ai ciclisti! E pensare che tra qualche giorno chiuderanno il traffico sul colle per tutti tranne che per le bici.
La cosa che più mi ha fatto pensare, però, è il fatto che, giunto in cima, mi sono accorto che almeno un terzo dei ciclisti erano ciccioni come me con la bici con la pedalata assistita... e compratevi una moto, no?
Va beh... dopo un primo momento la viabilità è molto migliorata e abbiamo iniziato a divertirci.
Se devo essere proprio sincero sincero... un po' il Tourmalet, per quanto bello, mi ha deluso: forse l'aspettativa era troppa. Meglio, molto meglio, altri colli che abbiamo fatto dopo, primo tra tutti il Col de Menté, l'unica parte che ho fatto con la telecamera spenta. Ovvio.
Comunque: molti colli, molti animali per la strada, panorami bellissimi e strade sempre a posto.
Ecco qualche foto di oggi.
Km | Ore | Lt. benzina |
220 | 5:30 | 10 |
Giorno Quattordici - da Audressein a Matemale
Abbiamo cenato e dormito in un graziosissimo auberge a Audressein, lo consiglio (anche se non prendono carte di credito o bancomat).
Oggi, finalmente, delle vere Strade da Moto.
Non che le altre non lo fossero, per carità, però erano abbastanza... ciclabili, mentre quelle fatte oggi erano tutte motociclistiche. Più di tutte, senza dubbio, il Col du Portel: basso, solo 600 e rotti metri ma un misto tra il Mugello e il Tonale. Non ho foto proprio perché quando sono passato davanti al cartello ero troppo veloce e... con nessuna voglia di rallentare.
Comunque oggi, salvo rare eccezioni, tutte curve molto ampie, anche i tornanti, molto gradevoli e divertenti.
Da segnalare anche le Gorges de Saint George, delle quali non ho foto semplicemente perché pioveva. Sì, oggi il battesimo dell'acqua, un temporale ci ha raggiunto e quando ci siamo fermati per mettere le antipioggia abbiamo avuto il tempo di coprire le borse e ha smesso (queste antipioggia sono fenomenali!).
Ci siamo poi fermati poco più avanti per scoprire le borse, in modo che potessero asciugare di quel poco che s'erano bagnate, così ha ricominciato.
Va beh... poco male, abbiamo fatto l'ultimo tratto di strada al fresco.
Oggi ho anche messo mano all'assetto della moto: l'ammortizzatore posteriore mi pareva troppo molle, arrivava a fine corsa, saltellava tanto e la moto scodava un po' troppo facilmente. Ho provato a dargli un po' di carico (penso si dica cosi: ho schiacciato la molla) e ora va molto meglio. Forse dovevo farlo prima di partire, in due e con un bel carico.
Domani ultimo tratto di Pirenei verso il mare.
Km | Ore | Lt. benzina |
235 | 5:00 | 12 |
Giorno Quindici - da Matemale a Collioure
E con oggi abbiamo completato la Route des Cols. Sembra poco ma non lo è: 911 km di colli, uno dietro l'altro. Stretti o ampi, lunghi o corti, sporchi o lisci come il velluto... È un'esperienza che consiglio a tutti i biker.
Iniziamo con un colle abbastanza veloce ma dal nome che non lascia presagire niente di buono: il Col du Calvaire. Fortunatamente anche lui, come il meteo, non ha mantenuto le promesse. Dopo un altro paio di colli minori (ormai non ci fermiamo più nemmeno a fotografarli!) ci siamo trovati nelle Gorges de Carranca, seguite da una splendida discesa di 10 km con pendenza media del 10%; poi ci è toccato il colle più massacrante di tutti: non sale molto in alto, appena 655 metri, stretto, appena asfaltato ma non liscio, lungo, al sole, tra aloe e fichi d'india e fatto quasi esclusivamente di curve. Cieche. Si tratta del Col Fourtou. Per non farci mancare nulla abbiamo anche preso la deviazione, ancora più stretta, per una vecchia (secolo XI) abbazia, il Priorato di Serrabona, un gioiello dell'arte romanica (vedi foto).
Il tutto, poi, è stato ben condito da un altro colle abbastanza duro: il Col Xatard, che, sotto un lieve temporale (questa volta le antipioggia non hanno funzionato: le abbiamo messe ma ha continuato a piovere lo stesso) ci ha portato fino alla pianura prima del mediterraneo.
Ancora una decina di km di superstrada ed eccoci a Collioure, una perla della collana che è tutta la costa del mare nostrum.
Il nostro viaggio non è finito ma possiamo dire che ci spetta solo più un po' di riposo, qui a Collioure, e il concerto del gruppo del mio amico Pep, i My Start (mai és tard). Modifichiamo un po' l'itinerario per andare a vederli e passare qualche ora con gli amici di Llagostera prima di puntare verso casa.
Km | Ore | Lt. benzina |
190 | 4:00 | 9 |
Giorno Sedici - Riposo a Collioure
Altro che riposo. Anche oggi una bella strada ce la siamo andati a cercare. E abbiamo trovato un piccolo colle che unisce Collioure a Banyuls sur Mer passando all'interno, proprio sotto una torre di guardia medievale con una vista completamente aperta su tutta la costa sottostante: la Tour Madeloc. Da rimanere senza parole.
Non siamo saliti alla torre (650 mt slm di cui buona parte a piedi) ma solo fino al colle, che si chiama Col de Mollò e raggiunge i 231 metri.
Il fondo è nuovo ma bruttissimo: si vede che hanno buttato un po' di catrame per preservare la strada dallo sgretolamento ma senza predisporre un fondo l'asfalto ha preso le forme dello sterrato sottostante, e ora offre una superficie molto rugosa che impone una velocità molto bassa. Poco male, intanto la strada è anche stretta e, in questo periodo, un po' trafficata.
Solo 13 km e siamo a Banyuls, da dove ha inizio quella che è una delle Strade da Moto che preferisco, quella che porta a Cerbère e quindi a Portbou.
Purtroppo anche questa volta ci sono dei lavori, un paio di semafori, ma interessano una parte molto breve della strada, quindi riusciamo a godercela quasi tutta.
Giunti a Portbou abbiamo parcheggiato proprio lì, vicino alla baracca di Antonio (el Chiringuito), di cui sono cliente fisso quando passo da queste parti, poi è iniziata la giornata di riposo: bagno (con apertura chirurgica da parte di uno scoglio del polpastrello del mio indice sinistro), pranzo da Antonio, rientro a Collioure, visita al castello...
Domani si riparte per Llagostera, probabilmente faremo autostrada e raggiungeremo gli amici per pranzo e poi, la sera, il concerto.
Km | Ore | Lt. benzina |
80 | 2:00 | 4 |
Giorno Diciassette - Da Collioure a Llagostera
Giornata praticamente aggiunta all'ultimo momento, con la scusa di andare a vedere il concerto di un gruppo di amici, il primo del dopo-Covid. Abbiamo aggiunto un po' di km al giro ma ne è valsa la pena.
La sede del concerto era Llagostera, vicino a Girona, meno di un paio d'ore per andare e, domani, un'ora e mezza aggiunte alla tabella di marcia.
Avendo fatto tutta autostrada c'è poco da dire, salvo che in Spagna è obbligatorio l'uso della mascherina anche per strada (a piedi), altrimenti sono previste multe anche salate (non ho chiesto gli importi esatti).
Dopo una giornata a casa di amici, sempre molto ospitali, il concerto, con poca gente a causa del distanziamento, si è rivelato la festa di una bella comunità, con buon Rock & Blues. Bravissimi i My Start (mai és tard), li trovate su Instagram.
Domani inizia il (triste) rientro. Devo scrivere un post sulla fine di un viaggio... ci penserò.
Km | Ore | Lt. benzina |
160 | 2:00 | 9 |
Giorno Diciotto - Da Llagostera a Manosque
Rientro iniziato con tanta autostrada: da Girona a Manosque, con uscita a Arles per il pranzo e un breve riposo. È domenica, l'ultima domenica di luglio, così non ci sono i camion ma il traffico, pur scorrevole, è piuttosto denso.
In un autogrill incontriamo una coppia di francesi (in auto) che visti i caschi attacca bottone: sono due ex motociclisti che hanno smesso in seguito ad un incidente piuttosto grave che, ovviamente, ci viene descritto per filo e per segno, così come altri incidenti, anche mortali, accaduti a dei loro amici. Con la scusa di andare alla toilette riusciamo finalmente ad allontanarci e, io, anche a staccare le mani dalle parti basse, ormai quasi doloranti!
Salendo in moto, io e Roz concordavamo nel ritenerli dei menagramo.
Avendo fatto tardi ieri sera (alle 02:00 aiutavamo ancora a smontare l'attrezzatura dei musicisti), e avendo viaggiato con 32-34° costanti, appena arrivati a Manosque, giusto il tempo di una doccia, di scrivere queste due righe, poi ci siamo messi a dormire un po', prima di preoccuparci per la cena.
Domani un'occhiata a quel che resta della lavanda sul Plateau de Valensole poi l'ultimo strappo verso casa.
Che dite? Ieri c'erano poche foto? Oggi solo quella di Madi messa in sicurezza nel parcheggio, a Collioure: lei prende molto sul serio la lotta al Covid!
Km | Ore | Lt. benzina |
458 | 4:30 | 24 |
Giorno Diciannove - Da Manosque a Cuneo
Eccolo, è giunto l'ultimo giorno, quello che ci riporta a casa. L'abbiamo fatto partendo da una zona bellissima, che un mese fa era praticamente tutta viola e che ora, se possibile, offre un profumo di lavanda ancora più intenso: il Plateau di Valensole, e continuando per strade che conosciamo bene ma che ci emozionano tutte le volte: Col de l'Orme (Digne), un pezzo di Route Napoléon, Col de Maure, Col St-Jean (Montclar), Lauzet, Barcelonnette, Colle della Maddalena, casa.
Tutta la Francia è nei nostri occhi, nei miei specialmente la Route des Cols, fantastica, però, quando arrivi sulle Alpi, si accende qualche cosa dentro: sono un'altra cosa, non necessariamente migliori ma... casa nostra.
Peccato aver perso il telefono e non avervi potuto passare l'intero itinerario in tempo reale ma, in definitiva, è stato molto bello, è andato tutto bene e ora via... a progettare nuovi viaggi.
Km | Ore | Lt. benzina |
246 | 4:00 | 12 |
Ah, dimenticavo! I totali:
Km | Ore | Lt. benzina |
4.940 | 76:30 | 273 |
Appendice
Sarebbe stato bello uscire indenni da quasi 5.000 km, invece no ma... 45,00 Euro si possono mettere in conto. Proprio al rientro, tra Lauzet e Barcelonnette.